La Commissione Ue "apre" agli Ogm

La Commissione Ue "apre" agli Ogm

Autorizzata la coltivazione della patata geneticamente modificata dall'alto contenuto di amido e approvate tre nuove varietà di mais. Ma gli Stati membri potranno invocare la 'clausola di salvaguardia' prevista dalla direttiva Ue 2001/18.

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3 marzo 2010
Porte aperte agli Ogm

Porte aperte agli Ogm. La Commissione europea ha deciso, tramite procedura scritta, di dare il via alla coltivazione della patata geneticamente modificata dall’alto contenuto di amido, Amflora, che porta la firma della Basf. E non solo: approvate anche tre nuove varietà di mais Ogm destinate sia all’importazione che alla commercializzazione per l’alimentazione degli animali. Una decisione epocale, che mette fine a una vecchia querelle che vede divisi nettamente due fronti. E che all’interno dei confini nazionali è diventata campo di battaglia politica tra gli attori della filiera: da un lato la Coldiretti e il ministro che gridano “mai Ogm in Italia”, dall’altro lato la Confagricoltura e il mondo scientifico che vogliono “che non sia fermata la ricerca”. L'autorizzazione ha una validità di dieci anni.

La Ue, tuttavia, non potrà imporre agli Stati membri di coltivare piante geneticamente modificate se le autorità nazionali invocheranno la 'clausola di salvaguardia' prevista dall’articolo 23 della direttiva Ue 2001/18 sul rilascio deliberato degli Ogm nell’ambiente. Sei Paesi (Austria, Ungheria, Francia, Grecia, Germania e Lussemburgo) hanno già invocato questa clausola contro la coltivazione del mais Monsanto Mon810, l’unico Ogm piantato in Europa.

“Non consentiremo - ha tuonato il ministro Zaia - che un simile provvedimento, calato dall’alto, comprometta la nostra agricoltura. Finché ci saremo noi gli Ogm non entreranno in Italia”.

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