Assosementi: seminario su produzione sementiera e controlli fitosanitari

Assosementi: seminario su produzione sementiera e controlli fitosanitari

Il seminario di aggiornamento organizzato a Bologna ha confermato il ruolo fondamentale dei controlli fitosanitari per assicurare produzioni di qualità e favorire gli scambi internazionali. Nel 2013 stabili le esportazioni italiane di sementi, mentre crescono le importazioni.

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3 luglio 2014

Il seminario organizzato da Assosementi sul tema della produzione sementiera e dei controlli fitosanitari ha ribadito il ruolo centrale dei controlli e della politica fitosanitaria, sia per mantenere elevato il livello di sicurezza delle produzioni interne, quanto per agevolare gli scambi di sementi con gli altri paesi, europei e non, in costante sviluppo negli ultimi anni grazie alla crescente domanda mondiale di prodotti alimentari. Accanto ad un aggiornamento sul quadro normativo esistente, fornito dai funzionari del servizio di certificazione delle sementi (CRA-SCS) e dei servizi fitosanitari preposti ai controlli in campo ed in laboratorio delle sementi, l'incontro ha consentito di verificare gli studi in corso per affinare le metodiche diagnostiche, l'effettiva trasmissibilità per seme di un determinato organismo nocivo ed i progressi nelle tecniche di disinfezione delle sementi e nella valutazione del vigore del seme commerciale. "Le aziende sementiere sono molto attente ai requisiti sanitari delle sementi prodotte e poste in vendita - ha affermato il Presidente di Assosementi, Guido Dall'Ara, durante i lavori - perché sono coscienti che questa è la prima garanzia che cerca l'agricoltore quando deve affrontare scelte anche costose per realizzare le proprie colture. Un regime di controlli solido ed efficiente, privo di eccessivi formalismi burocratici e che si basi su una piena collaborazione tra gli organi pubblici preposti e le stesse ditte sementiere è l'unico strumento in grado di potenziare la qualità del sistema nazionale di produzione delle sementi e quindi indirettamente la competitività del nostro paese". E' intanto nel pieno della discussione a Bruxelles, nell'ambito del pacchetto di riforma denominato "Smarter rules for safer food", la revisione della disciplina fitosanitaria comunitaria che tocca sia l'insieme delle norme, che l'elenco dei patogeni da quarantena o di qualità. Lo stesso pacchetto comprende poi un'altra proposta di interesse del settore, quella sull'organizzazione dei controlli, non solo in campo sementiero e fitosanitario, ma anche sugli alimenti, sulle produzioni animali e sull'impiego di agrofarmaci. Sono attive nella produzione di sementi in Italia, secondo i dati dell'ex ENSE, oggi CRA-SCS, circa 300 aziende sementiere tra colture orticole e di specie agrarie e l'attività di moltiplicazione vede coinvolti ogni anno oltre 14.000 agricoltori. Nel 2013 sono stati destinati alla moltiplicazione delle sementi circa 190.000 ettari di superficie per le specie agrarie (cereali, foraggere, oleaginose, bietola ecc..), soggette a certificazione ufficiale, ed altri 20.000 ettari per le specie da orto e officinali.

 

Nel 2013 stabili  le esportazioni italiane di sementi, mentre crescono le importazioni 

Resta stabile nel 2013 il valore delle esportazioni di sementi italiane confermando i  risultati raggiunti grazie all'ottima crescita vissuta tra il 2010 e il 2012, mentre salgono le importazioni. 
Secondo i dati diffusi dall'Istat, l'export dei prodotti sementieri del nostro Paese ha toccato i 255 milioni di  euro, bissando il dato dei dodici mesi precedenti, mentre le importazioni hanno raggiunto i 350 milioni di  euro, + 13% sul 2012.  "La conferma dei dati raggiunti negli ultimi anni è un risultato certamente positivo. Sottolinea il buono stato  di salute del nostro settore. Le nostre sementi - commenta Guido Dall'Ara, presidente di Assosementi - sono riconosciute nel mondo  come sinonimo di alta qualità, ma è fondamentale non abbassare la guardia e continuare a lavorare,  soprattutto migliorando gli isolamenti colturali ed i controlli fitosanitari".  Leader all'export, ancora una volta, le sementi da orto, stabili sui 90 milioni di euro e quantitativamente  destinate per il 50% ai paesi UE e per l'altro 50% a paesi extra UE. Risultati positivi anche per le sementi di  barbabietola da zucchero, il cui seme è stato esportato nel 2013 per un valore prossimo ai 31 milioni di euro.  Conferme importanti vengono dall'erba medica, che nel 2013 registra esportazioni pari a circa 80.000 quintali di  prodotto per un valore di 24 milioni di euro, mentre sorprende positivamente la performance del seme di 
mais ibrido, che fa segnare nel 2013 un export per un valore di oltre 30 milioni di euro.  In aumento nel 2013 invece le importazioni di sementi verso l'Italia, che arrivano a circa 350 milioni di euro  rispetto ai 310 milioni calcolati nel 2012. Una crescita sensibile che fa salire il disavanzo del settore a poco  meno di 100 milioni di euro, determinato dall'incremento di quasi tutte le maggiori voci di importazione:  patate da seme, mais, soia (+90% sul 2012), ma anche foraggere (+110% per l'erba medica) e barbabietola  da zucchero, numeri che interrompono il trend positivo che negli ultimi anni aveva visto ridursi la forbice tra  import ed export. Anche in questo caso sono le sementi da orto a farla da padrone (con un valore complessivo 
di oltre 141 milioni di euro), che rappresentano da sole il 40% in valore delle importazioni italiane di sementi. 
 
 

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