Attenti al tartufo "cinese"

Attenti al tartufo "cinese"

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9 giugno 2003
ATTENTI AL TARTUFO … CINESE

Attenti al Tartufo “cinese”

 

Il tartufo bianco di Alba e quello nero di Norcia rappresentano da tempo una specialità tipica ed esclusiva italiana in tutto il mondo. Siamo l’unico Paese ad avere il tartufo bianco pregiato e i primi produttori al mondo di tartufo nero pregiato. Una peculiarità ed una risorsa economica nazionale che, ora, con l’apertura dei mercati, vengono messe a rischio dalla concorrenza di Paesi nord africani e, soprattutto della Cina che producono grossi quantitativi di “tuberi” molto simili ai nostri, ma sicuramente meno pregiati, generando non poca confusione tra i consumatori e alterando il mercato stesso. 

Di qui l’esigenza di modificare la nostra normativa esistente sulla produzione e commercializzazione del celebre prodotto “made in Italy” introducendo misure di tutela come l’introduzione di una certificazione di provenienza e garanzia obbligatoria, rilasciata dal Copro Forestale dello Stato,  che consentano di distinguere le varie specie, ma anche di regolamentare meglio l’intero comparto anche sotto gli aspetti fiscali.

Sulla questione si sta impegnando la Commissione parlamentare competente del Senato  che sta esaminando una serie di provvedimenti di legge presentati da senatori di vari partiti, tra gli altri, Tomaso Zanoletti, Amedeo Ciccanti, Alessandro Forlani e Maurizio Ronconi dell’Udc, Angelo Muzio (Verdi), Luigi Marino e Gianfranco  Pagliarulo (PdCI),  Giovanni Brunale, Marcello Basso, Fausto Giovannelli dei Ds. Varie le misure proposte, oltre a quelle di tutela generale del prodotto. Tra queste: il coinvolgimento delle regioni anche attraverso l’istituzione di registri regionali della raccolta e comercializzazione annuale del prodotto, agevolazioni fiscali con l’IVA al 10%, ma anche una regolamentazione fiscale più realistica che porti ad un controllo del mercato e a maggiori introiti per lo Stato. Inoltre norme per rendere più ordinata ed ecologicamente responsabile la realizzazione di tartufaie coltivate e migliorare quelle naturali nonché la raccolta del prodotto superando la conflittualità fra proprietari-conduttori dei fondi e raccoglitori, anche allo scopo di evitare frodi alimentari e commerciali a danno dei consumatori.

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