Equo compenso “anche per i professionisti non ordinistici”

Equo compenso “anche per i professionisti non ordinistici”

Confcommercio Professioni in audizione alla Camera: “basta ostacoli normativi, serve una previsione certa e univoca a livello nazionale”.

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18 maggio 2021

Manca una tutela effettiva per i compensi dei professionisti iscritti alla Gestione separata dell'Inps che esercitano lavoro autonomo genuino con partita Iva. Confcommercio Professioni, dopo averlo evidenziato lo scorso 27 aprile al Tavolo con il ministro Orlando sul lavoro autonomo professionale, è tornata a sottolinearlo in un’audizione alla Commissione Giustizia della Camera sui disegni di legge in materia di equo compenso. È un problema che coinvolge molte categorie, come i consulenti di direzione, i formatori, progettisti e designer, i professionisti nel settore dell’ICT, del turismo, dello sport e del benessere, “professionisti con competenze altamente qualificate, per cui il lavoro autonomo è una scelta consapevole che non deve, pertanto, incontrare ostacoli normativi”, ha detto la presidente Anna Rita Fioroni.

Bene, dunque, che i disegni di legge puntino a riformare la disciplina attuale, giudicata “frammentata e scarsamente applicabile” in materia di equo compenso, ma “è fondamentale estendere la legislazione sull’equo compenso anche ai professionisti a partita Iva che non sono organizzati in ordini o collegi. Le principali difficoltà, soprattutto per i loro compensi, attengono ai rapporti con la Pubblica Amministrazione. Sia nel caso di affidamento diretto che tramite gare e bandi pubblici, si può notare la tendenza ad un progressivo e rilevante ridimensionamento dei compensi, anche per prestazioni estremamente qualificate”, ha specificato Fioroni.

“Il diritto all’equo compenso sarà effettivamente applicato e garantito anche ai professionisti non ordinistici soltanto una volta individuati specifici parametri di riferimento per la sua determinazione, attraverso una previsione certa e univoca a livello nazionale che ad oggi manca. E non basterà – ha concluso la presidente di Confcommercio Professioni - garantire tale diritto nei confronti della Pubblica Amministrazione e dei grandi committenti privati, se non si risolvono i tanti problemi pratici connessi all'individuazione dell'equo compenso, considerando anche l’estrema varietà delle professioni, la diversa concentrazione di professionisti sul territorio e i diversi costi della vita nelle Regioni italiane”.

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