Turismo 4.0: dentro anche i pubblici esercizi, Fipe soddisfatta

Turismo 4.0: dentro anche i pubblici esercizi, Fipe soddisfatta

Bar e ristoranti potranno beneficiare delle risorse per l'efficientamento energetico previste dal decreto attuativo del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza per lo sviluppo del turismo.

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16 novembre 2021

"Apprendiamo con soddisfazione che il Governo ritiene che i pubblici esercizi siano compresi tra le strutture che potranno beneficiare delle risorse per l'efficientamento energetico previste dal decreto attuativo del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza per lo sviluppo del turismo". Così Fipe-Confcommercio, che sottolinea come si tratti di "una battaglia che stiamo combattendo sin da quando sono uscite le prime bozze del provvedimento e siamo felici che le parole pronunciate dal ministro Garavaglia in audizione davanti alla Commissione Bilancio della Camera abbiano fugato ogni dubbio". "Grazie a questi fondi, 2,4 miliardi di euro in tutto, saremo in grado di rendere maggiormente sostenibile e meno energivora una parte consistente di locali, bar e ristoranti, dando così il nostro contributo alla transizione green delle attività commerciali, che oggi hanno un impatto non trascurabile sulla quantità di emissioni di Co2 delle nostre città", conclude la Federazione.

Il 12 novembre scorso Fipe aveva ribadito, per bocca del direttore generale di Fipe-Confcommercio, Roberto Calugi in audizione alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati sul decreto attuazione del Pnrr, che i pubblici esercizi rivendicano un ruolo determinante nell’offerta turistica del Paese e dunque puntavano appunto a beneficiare dei contributi per lo sviluppo e la valorizzazione del settore, in particolare per la digitalizzazione dei servizi, per l’efficientamento energetico degli edifici e per l’abbattimento delle barriere architettoniche, risorse per ora riservate alle sole strutture turistico-ricettive.

“Non si può dimenticare – aveva sottolineato Calugi – che, prima della pandemia, la spesa turistica per i servizi della sola ristorazione valeva 18,5 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 7 miliardi. La ristorazione è determinante per l’attrattività turistica del nostro Paese non si può pensare di escluderla da un processo di ammodernamento e digitalizzazione. Se necessario vanno destinate maggiori risorse ma non si possono escludere alcuni settori a vantaggio di altri. Così si generano solamente inaccettabili asimmetrie concorrenziali.”.

“La qualità del mangiare e del bere – aveva aggiunto il direttore generale di Fipe-Confcommercio - è al secondo posto nella graduatoria delle ragioni ritenute più importanti dai turisti per visitare l’Italia ed è il primo motivo per il quale i turisti tornano nel nostro Paese. Per questo le relative politiche devono necessariamente includere il settore della ristorazione”.

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