Auto: "da incentivi così gestiti più danni che benefici"

Auto: "da incentivi così gestiti più danni che benefici"

Il presidente di Federaicpa, Filippo Pavan Bernacchi, è intervenuto presso la decima Commissione del Senato su normativa europea e incentivi.

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25 febbraio 2010
Incentivi 2009

Il presidente di Federaicpa, Filippo Pavan Bernacchi, è intervenuto in rappresentanza dei concessionari italiani di tutti i brand presso la decima Commissione del Senato (industria, commercio, turismo) su normativa europea e incentivi. Nella prima parte, circa il futuro quadro legislativo comunitario a disciplina del settore della vendita e assistenza degli autoveicoli, Pavan Bernacchi ha espresso le molte perplessità sugli attuali orientamenti della Commissione Europea. In estrema sintesi, la Federazione è contraria al nuovo indirizzo che prevede di ignorare la specificità del settore automotive. Pavan Bernacchi ha quindi proposto di mantenere in essere l’attuale regolamento, in vigore, senza interruzioni, dal 1985, apportantovi le migliorie dettate dall'esperienza. Il presidente della Federazione ha fatto nel contempo presente che i clienti, anche secondo uno studio recente, non hanno come unico obiettivo quello di “pagare il prezzo più basso”, ma vogliono interfacciarsi con aziende dinamiche, efficienti, che non creino loro problemi e che forniscano servizi di consulenza, assistenza e fornitura celere dei ricambi. E questo non si può ottenere solo attraverso una concorrenza “selvaggia”, che distruggerebbe i già esigui margini e non consentirebbe ai dealer di operare i necessari e costanti investimenti. L’azzeramento delle attuali regole avrebbe inoltre l’effetto di acuire i problemi tra i concessionari e i costruttori.

Pavan Bernacchi ha quindi fatto un rapido accenno agli incentivi del 2009 ribadendo che, così gestiti, hanno creato danni superiori ai benefici. In questo momento gli ordini sono calati di oltre il 50%, e sono a rischio 15mila posti di lavoro. Dipendenti dei concessionari, non dei costruttori, che spesso non beneficiano di alcun ammortizzatore sociale. Un problema dieci volte più grande di Termini Imerese.

Il presidente di Federaicpa ha quindi richiesto una nuova audizione al Senato per illustrare i problemi dei concessionari italiani, schiacciati da una fiscalità iniqua, e inoltre di istituire un tavolo di lavoro permanente dove i concessionari italiani, che rappresentano il 6% del Pil, assumano la dignità di “parte sociale”.

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