Bankitalia: si allarga la lista dei "papabili"

Bankitalia: si allarga la lista dei "papabili"

La decisione del Governo slitta alla settimana prossima. Berlusconi vorrebbe che fosse il Consiglio dei ministri a pronunciarsi sul nome da proporre a Quirinale e Via Nazionale. Spuntano le candidature di Bini Smaghi e Visco, Monti e Siniscalco.

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30 settembre 2011

Per uscire dal tunnel dei veti incrociati sul nome del successore di Mario Draghi alla guida di
Bankitalia, Silvio Berlusconi sta studiando una strada inedita. Quella di portare in Consiglio dei ministri una terna di nomi su cui ciascun ministro dovrà esprimere la propria preferenza: il prescelto sarà poi proposto al Consiglio direttivo di Bankitalia che dovrà esprimere il gradimento. Una strada un po' macchinosa e altrettanto pilatesca che serve però al premier per uscire senza strappi eccessivi dal braccio di ferro in corso tra Tremonti e Bossi da una parte e larga parte del Pdl (oltre al premier medesimo) dall'altra. Nelle speranze di Berlusconi sarà così il Consiglio dei ministri a togliergli le castagne dal fuoco di uno scontro frontale con il ministro dell'Economia dando per scontato un esito favorevole al candidato voluto da Palazzo Chigi. Toccherebbe quindi al Governo nella sua collegialità mettere Tremonti davanti al fatto compiuto. I nomi della terna sono quelli che girano da un paio di giorni: ai due candidati ufficiali (Fabrizio Saccomanni sostenuto da Draghi e Berlusconi e Vittorio Grilli sponsorizzato da Bossi e Tremonti) si affiancherebbe un terzo nome che dovrebbe essere quello di Lorenzo Bini Smaghi, in uscita dalla Bce per far posto a Draghi. Ma
circolano, anche se con molte meno chance, i nomi di Guido Tabellini attuale rettore della Bocconi, Ignazio Visco vice-direttore di Via Nazionale, dell'ex commissario europeo Mario Monti e dell'ex ministro del Tesoro Domenico Siniscalco. Ma la nomina di uno di questi candidati di 'mediazione' potrà rendersi possibile solo nel caso di un accordo diretto tra Berlusconi e Tremonti e dovrà avere la benedizione di Draghi oltre a quella di Giorgio Napolitano. I termini della questione sono emersi nel corso di un vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli dove Berlusconi ha sondato il terreno tra capigruppo e alcuni ministri. L'orientamento è stato quello di fare presto e di evitare frizioni. I tempi stringono, il Quirinale attende ma a questo punto, a meno di accelerazioni improvvise, la vicenda slitta alla prossima settimana.

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