Bella al Foglio: "anche Confcommercio tifa da sempre per una ripresa che si trasformi rapidamente in una crescita robusta e duratura"

Bella al Foglio: "anche Confcommercio tifa da sempre per una ripresa che si trasformi rapidamente in una crescita robusta e duratura"

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15 settembre 2017

Del tutto condivisibile l'analisi del professor Fortis sul rafforzamento della ripresa (il Foglio di ieri). Non posso essere d'accordo, invece, nel derubricare a polemiche analisi differenti - come la nostra - che evidenziano al contempo gli elementi di forza e di debolezza che caratterizzano l'attuale quadro macroeconomico. Né posso accettare - sia chiaro, solo in questo contesto - l'avvertimento di Matteo 12,30 "chi non è con me è contro di me", visto che oggi sembra che qualsiasi considerazione cauta rispetto alla ripresa economica concretizzi una presa di posizione antigovernativa. Nel merito: fatto 100 il primo quarto del 2014 - il punto di partenza del governo Renzi, il nostro pii reale del secondo trimestre 2017 è pari a 103, al 26 posto dei paesi Ue. Zoomata sull'attualità: se compariamo il secondo trimestre 2017 sul corrispondente 2016, restiamo inchiodati al 25 posto. Anche in termini congiunturali poi, il nostro secondo quarto del 2017 segna 0,4 per cento, cioè quart'ultimo posto in Europa. La metrica utilizzata è il dato destagionalizzato. Se piace di più il grezzo avverto che il secondo semestre dell'anno in corso farà registrare due giornate lavorative in meno rispetto al 2016, circostanza che potrebbe implicare una prossima lettura tendenziale meno favorevole. Sguardo sul più lungo termine. E' vero che in termini settoriali la produttività del lavoro della manifattura è cresciuta in Italia tra il 2000 e il 2016, secondo i dati Ameco-Commissione europea, di oltre il 22 per cento, ma in Germania di oltre il 43 per cento e in Francia e Regno Unito di oltre il 56 per cento e il 51 per cento rispettivamente. Senza dimenticare che nello stesso arco di tempo, gli occupati della manifattura si sono ridotti in Germania solo del 2,9 per cento, mentre in Italia del 16 per cento e del 24 per cento e 36 per cento in Francia e Regno Unito, rispettivamente. Sulla produttività multifattoriale, il perno su cui si gioca l'aumento del reddito reale per ora lavorata, accusiamo tra il 2000 e il 2016 una flessione del 4,5 per cento, laddove la Germania migliora del 9 per cento, la Francia del 4,4 per cento, il Regno Unito del 12,4 per cento. Su questo profilo declinante della nostra produttività multifattoriale, pesano anche alcune anomalie del nostro mercato del lavoro. Siamo l'unico tra i principali grandi paesi dell'Unione a evidenziare tra il 2007 e il 2016 una flessione degli occupati italiani del 5 per cento a fronte di una crescita di occupati stranieri dell'85 per cento (in Germania, ad esempio la crescita è 45 per cento stranieri, 8 per cento cittadini). L'aspetto più fastidioso del lungo termine è che fa molto spesso capolino nel breve e anche brevissimo termine, determinando quei distacchi nelle classifiche di performance che permangono qualunque sia la metrica e lo spazio temporale dei dati considerati. Per il resto assicuro che anche Confcommercio, da sempre, tifa per una ripresa che si trasformi rapidamente in una crescita robusta e duratura.

Mariano Bella, Direttore Ufficio Studi Confcommercio 

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