Borghi (presidente Federmodaitalia) : "Corsa a guanti e doposci ma il settore dell'abbigliamento resta in sofferenza"

Borghi (presidente Federmodaitalia) : "Corsa a guanti e doposci ma il settore dell'abbigliamento resta in sofferenza"

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10 febbraio 2012

L'ondata di neve e gelo che sta colpendo l'Italia ha avuto una ricaduta sugli accessori invernali, dalle catene all'abbigliamento tipicamente montano, come guanti da neve e doposci. Qualche acquisto a prezzo ridotto, pero', non puo' certo risollevare un settore che risente della crisi in modo poderoso e che, nel periodo dei saldi, ha fatto registrare un forte calo del fatturato. E' il presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi, a comunicare il dato allarmante: "Su un migliaio di imprese al dettaglio di abbigliamento, calzature, articoli sportivi e pelletterie, abbiamo rilevato un calo medio del 6,5% rispetto allo stesso periodo di saldi del 2011, e lo scontrino medio e' di 120 euro". Borghi assicura, poi, che si tratta di "una media attendibile, registrata direttamente sulle aziende plurimarca e monomarca, nei centri e nelle periferie di capoluoghi e degli altri Comuni; la serieta' del dato trova, tra l'altro, conferme anche nelle recenti rilevazioni dell'Osservatorio acquisti di CartaSi'". "Non e' qualche 'moon boot' venduto -afferma Borghi- cio' che puo' far risollevare l'economia. Al di la' delle stime sui saldi, infatti, l'attuale situazione non lascia spazi a illusioni di crescita e sviluppo, ma neppure a un recupero a breve termine. Il 2011 -spiega- non e' andato bene, per non dire che e' andato male, in particolare per il settore dell'abbigliamento. L'Indice consumi di Confcommercio, infatti, ha rilevato una perdita annuale delle quantita' acquistate, rispetto al 2010, pari al 3,2% in tutti i canali di vendita dell'abbigliamento e calzature. Ancor piu' pesante e', pero', l'andamento del sell-out del canale al dettaglio tradizionale, che ha segnato un calo del 6,4%". "Il nostro e' un settore che continua a soffrire, tant'e' che anche l'Agenzia delle entrate ha gia' riconosciuto lo stato di crisi del settore. Basti pensare che le chiusure, nel 2011, sono 2,5 volte superiori alle aperture. E penso che il trend del 2011 nel settore moda sia destinato a mantenersi costante, se non addirittura a peggiorare nel 2012". A incidere sui consumi, poi, oltre al reddito delle famiglie, dice Borghi, "e' il 'sentiment', cioe' il clima di fiducia degli italiani, che di certo non brilla". Secondo quanto emerge da un'indagine commissionata da Federazione Moda Italia ad AstraRicerche, infatti, "il 63,5% degli intervistati -conclude Borghi- si e' dichiarato pessimista riguardo al proprio futuro".

 

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