Calo record per l'inflazione

Calo record per l'inflazione

L'inflazione annua a settembre crolla allo 0,9%, in netta frenata rispetto ad agosto (+1,2%). E' il dato piu' basso da novembre 2009. Il rallentamento e' dovuto soprattutto ai beni energetici, in particolare ai carburanti. Su base mensile i prezzi al consumo calano dello 0,3%.

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30 settembre 2013

 

L'inflazione annua a settembre crolla allo 0,9%, in netta frenata rispetto ad agosto (+1,2%). E' il dato piu' basso da novembre 2009, ovvero da quasi quattro anni.
Lo rileva l'Istat nelle stime preliminari. Il rallentamento e' soprattutto dovuto ai beni energetici, in particolare ai carburanti al netto dei quali la crescita tendenziale dell`indice dei prezzi al consumo resta stazionaria all`1,3%. Su base mensile i prezzi al consumo calano dello 0,3%. L'inflazione acquisita per il 2013 scende all'1,3% dall'1,4% di agosto. Il tasso d'inflazione annuo a settembre risulta piu' che dimezzato rispetto a soli sette mesi prima, ovvero a febbraio, passando a 0,9% da 1,9%. L'aumento congiunturale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati viene bilanciato dai fattori stagionali che sono alla base dei ribassi dei prezzi dei Servizi relativi ai
Trasporti (-5,0%) e della Frutta fresca (-4,6%) e che spiegano gran parte del calo congiunturale dell'indice generale, cui contribuiscono anche i Servizi relativi alle comunicazioni (-1,1%). A settembre l'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, sale all'1,3% (dal +1,2% del mese precedente).
Rispetto a settembre 2012, il tasso di crescita dei prezzi dei beni scende allo 0,4%, dallo 0,8% di agosto, mentre quello dei prezzi dei servizi resta stabile all'1,6%. Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di quattro decimi di punto percentuale rispetto ad agosto 2013. Secondo le stime preliminari, l'indice armonizzato dei
prezzi al consumo (Ipca) aumenta dell'1,8% rispetto al mese precedente e dello 0,9% nei confronti di settembre 2012 (era +1,2% ad agosto). L'aumento congiunturale e' principalmente imputabile alla fine dei saldi estivi, di cui l'indice Nic non tiene conto. 

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