Commercio: a confronto mondo della distribuzione e dei consumi

Commercio: a confronto mondo della distribuzione e dei consumi

A Milano si è tenuto il "Consumer & Retail Summit": al centro del dibattito l'innovazione come base dei prodotti proposti sul mercato e dei servizi offerti al consumatori. Postacchini: "serve un equilibrio che salvaguardi la peculiarità italiana di avere negozi di piccole e medie dimensioni per tutto il territorio".

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4 ottobre 2016

Focus su liberalizzazioni del commercio,  fast fashion, nuovi trend nel settore del largo consumo e sui  cambiamenti in corso sia sul versante dei prodotti sia su quello dei  servizi e della comunicazione. Sono i temi della decima edizione del  "Consumer & Retail Summit", svoltosi a Milano nella sede del Sole 24  Ore. A far da filo conduttore del summit l'innovazione come base dei prodotti proposti sul mercato e dei  servizi offerti al consumatore. Sui consumi Alessandro D'Este, presidente e amministratore delegato  Ferrero Italia Commerciale, ha detto che "stentano a decollare" per  ragioni demografiche, economiche e di politiche di bilancio. "Le  aziende di marca – ha proseguito - dovrebbero puntare sulla qualità  certificata, su innovazione, investimenti in media e su  differenziazione di valore, attraverso una differenziazione  sostenibile". L'ad di Ferrero Commerciale ha poi spiegato che serve una  "semplificazione della catena", dal momento che sono "troppi" 350  punti di consegna solo per la grande distribuzione organizzate;  "troppi" anche i cinque livelli di organizzazione. Per migliorare il sistema della gdo, D'Este chiede al Governo meno  tasse e di non aumentare l'Iva, ai retailer di selezionare fornitori  di qualità e, infine, all'impresa di essere "seria". In tema di liberalizzazione del commercio, Giovanni  Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione, ha spiegato che sono state volute dall'Unione Europea, che le ha chieste con "forza" al governo  italiano, ma che l'industria le "deve sostenere". Il numero uno di  Federdistribuzione ha ricordato che "le aperture domenicali nel commercio  sono "necessarie e un servizio al consumatore". Sull'ipotesi di un  ritorno con Confcommercio, emersa durante il dibattito, Cobolli ha  precisato che "non c'è alcuna possibilità" di tornare insieme. "Mai -  ha aggiunto - ridare potere sulle liberalizzazioni a enti locali e  ritornare nelle mani di Regioni e Comuni, basti vedere la proposta  'demenziale' del Comune di Firenze". Enrico Postacchini, componente di giunta per le Politiche commerciali di  Confcommercio, ha replicato che l'associazione delle imprese "vuole un  equilibrio" che punti a salvaguardare la peculiarità italiana di avere negozi di piccole e medie dimensioni, per tutto il territorio. "Dopo cinque anni – è l'intervento di Maria Grazia Gabrielli, segretario  generale Filcams Cgil - dall'introduzione delle liberalizzazioni, il  risultato è modesto, con un aumento di part-time, di contratti a tempo indeterminato e dell'utilizzo di voucher, che non consentono ai  giovani di avere una prospettiva per il futuro". Massimiliano Dona, segretario generale Unione nazionale  dei consumatori, ha sostenuto infine che l'innovazione va accompagnata a  strumenti per "educare" i consumatori e per renderli più consapevoli. Sul potere delle liberalizzazioni, ha detto, i consumatori "non possono dipendere dall'indole degli amministratori locali".

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