Decreto bollette: Confcommercio, urgente ripristino crediti d’imposta e azzeramento oneri di sistema

Decreto bollette: Confcommercio, urgente ripristino crediti d’imposta e azzeramento oneri di sistema

Le nuove misure adottate dal Governo per mitigare l’impatto dei costi dell’energia per imprese e famiglie sono ancora insufficienti ed andrebbero fortemente potenziate, a cominciare dalla necessità di reintrodurre i crediti d’imposta energetici e di azzerare gli oneri generali di sistema per il settore elettrico, analogamente a quanto fatto per il gas: questo il commento di Confcommercio sul nuovo decreto “energia” pubblicato lo scorso 29 giugno in Gazzetta Ufficiale.  

Nonostante il trend dei valori delle materie prime energetiche abbia imboccato, nel primo semestre dell'anno, un percorso di progressiva normalizzazione, i prezzi delle forniture al dettaglio permangono ancora su livelli eccezionalmente alti rispetto a quelli pre-crisi. La spesa energetica delle imprese del terziario di mercato si attesterà infatti, nel 2023, intorno ai 38 miliardi di euro: in calo rispetto ai 41 miliardi del 2022, ma quasi il triplo rispetto ai 13 miliardi del 2021.

“Questi dati”, annota Confcommercio, richiamano innanzitutto la necessità di un intervento di sterilizzazione degli oneri generali di sistema elettrici per imprese e famiglie che occorrerà mantenere in essere fintantoché non si giungerà ad una stabilizzazione dei prezzi.

Analogamente occorrerà ripristinare i crediti d’imposta energetici, proprio in considerazione del divario emerso tra il prezzo dell’energia elettrica nel trimestre di riferimento e i valori registrati nel 2019.

Secondo la Confederazione, il costo della sterilizzazione degli oneri e del ripristino dei crediti d’imposta potrebbe trovare adeguata copertura finanziaria anche nelle risorse derivanti dai proventi delle aste ETS versati dal GSE alla tesoreria dello Stato. Stando agli ultimi dati, da gennaio a giugno 2022, l'Italia ha collocato le quote di emissione di CO2 ad un prezzo medio di 82 €/tCO2, generando proventi pari, al 30 giugno 2022, a circa 10,4 miliardi di euro.

“Di fronte a questi numeri”, prosegue la nota, sarebbe plausibile ed auspicabile rendere strutturale l’utilizzo del maggior gettito derivante dalla vendita all'asta delle quote di emissione di CO2 per calmierare i prezzi delle bollette per cittadini e imprese. Occorre poi mettere subito “in cantiere” le risorse che deriveranno dal piano europeo contro la crisi energetica “REPowerEU” e procedere, al contempo, ad una rimodulazione degli strumenti contenuti nel PNRR, per sostenere le imprese nell’acquisto di tutte le tecnologie necessarie per raggiungere l’autosufficienza energetica e traguardare, al contempo, gli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni di CO2.

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