Confcommercio su dati Istat: quadro incerto, consumi restano deboli

Confcommercio su dati Istat: quadro incerto, consumi restano deboli

Dato certamente non positivo, se si guarda al confronto annuo in termini di volumi, che va letto però anche alla luce del deterioramento che si osservava da alcuni mesi su questo versante: infatti, dopo quattro mesi le vendite in quantità sono tornate a mostrare una variazione congiunturale debolmente positiva, elemento che potrebbe preludere all’inizio di un periodo meno negativo, favorito anche dal rientro delle dinamiche inflazionistiche: questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati sulle vendite al dettaglio diffusi oggi dall’Istat.

Per gli alimentari – prosegue la nota - soprattutto quelli venduti presso le aziende di minori dimensioni, la domanda evidenzia però ancora importanti cadute in termini di volumi. Analogamente per l’abbigliamento e le calzature, su cui ha inciso anche una stagione meteorologicamente non favorevole, i consumi si confermano in netto ridimensionamento.

Il quadro complessivo – conclude Confcommercio - rimane, dunque, di difficile interpretazione e, per adesso, privo di una direzione chiara. L’idea prevalente è che il 2023, dopo un primo quarto favorevole, procederà a ritmi molto lenti, sempre sul crinale di un moderato, ma doloroso, rischio di recessione. Qualora, in assenza di impulsi positivi sul versante della produzione industriale, si dovesse indebolire la spinta propulsiva derivante dal turismo e dai servizi, nelle more di una piena attuazione del PNRR, ne potrebbe risentire gravemente anche il mercato del lavoro.

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