Confcommercio su dati Istat: bene inflazione, ma incertezza su PIL

Confcommercio su dati Istat: bene inflazione, ma incertezza su PIL

Era previsto il forte rallentamento, ma non la caduta del PIL di tre decimi di punto. Letta assieme alla forte crescita del primo trimestre, l’indicazione preliminare per questo secondo trimestre dell’anno non deve, tuttavia, suscitare eccessive preoccupazioni. Era nei dati il rallentamento dell’industria e si intuiva un minore dinamismo dei servizi di mercato. I problemi riguardano il secondo semestre dell’anno che non può decidersi tutto sulle sorti del turismo. La stagione è partita in condizioni meteorologiche non brillanti e qualche ritardo su flussi e prenotazioni è da mettere in conto. Considerato il livello elevato, sebbene necessario, dei tassi d’interesse di riferimento, si ripresenta il rischio di dover rivedere, questa volta al ribasso, il preconsuntivo 2023, con un PIL che può ancora superare l’1%, un risultato che però non si può dare per acquisito né per scontato. Migliori le notizie sul versante dell’inflazione, con una variazione congiunturale (+0,1) marginalmente superiore alle nostre previsioni (0,0). Il tasso di variazione dei prezzi è in riduzione per tutte le metriche e gli aggregati considerati. Permangono moderati impulsi sugli alimentari non lavorati, fenomeno transitorio parzialmente dipendente dagli eventi alluvionali di qualche mese fa. Il rientro dell’inflazione appare ordinato e generalizzato, con prospettive di riportarsi in prossimità dei target della politica monetaria nel giro dei prossimi tre mesi: questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati su Pil e inflazione diffusi oggi dall’Istat.

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