Confcommercio su camere di Commercio: sì alla riforma, no allo smantellamento

Confcommercio su camere di Commercio: sì alla riforma, no allo smantellamento

134/14                                                                                              Roma, 9.07.2014

 

 

Oltre il 70% delle imprese del terziario ritiene indispensabile il sistema camerale e

buona la qualità dei servizi resi

 

CONFCOMMERCIO SU CAMERE DI COMMERCIO:

SI' ALLA RIFORMA, NO ALLO SMANTELLAMENTO

 

La previsione di un dimezzamento dei diritti camerali a partire dal 2015, contenuta nel decreto di riforma della P.A., rappresenta di fatto il primo passo verso lo "smantellamento" del sistema delle Camere di Commercio che, in questi anni, è stato un esempio di come un ente pubblico gestito direttamente dal mondo delle imprese e delle associazioni possa valorizzare le attività economiche dei territori, anche in ambito internazionale, in maniera efficiente e trasparente. Invece, la strada intrapresa dal Governo, non solo costringerebbe tante Camere di Commercio a chiudere i battenti, ma metterebbe anche a rischio gli equilibri economici di tanti territori e procurerebbe un ulteriore danno al sistema delle Pmi.

Cancellare le Camere e redistribuirne le funzioni ad enti locali, uffici periferici dello Stato o addirittura ad Agenzie di nuova costituzione – prosegue la nota - comporterebbe, non solo, un costo per le finanze pubbliche, ma farebbe anche venir meno tutta una serie di attività volte alla promozione delle economie locali e priverebbe le imprese di un sostegno concreto e continuo in termini di servizi e di attività di coordinamento e confronto delle varie rappresentanze. Sostegno confermato, peraltro, da una recente indagine di Confcommercio (vedi allegato).

Per questo motivo Confcommercio ha mobilitato tutte le strutture confederali, Associazioni territoriali e Federazioni, per promuovere una vera e propria campagna di informazione sui danni che la strada intrapresa dal Governo produrrà e sulla necessità di avviare un'azione di riforma complessiva del sistema camerale. A partire dalla ridefinizione del perimetro delle attività presidiate, ad esempio razionalizzando i servizi erogati e rafforzando il ruolo di supporto alle imprese soprattutto per favorire l'accesso al credito; da una razionalizzazione dell'articolazione territoriale basata non su confini amministrativi (una camera per ogni Regione) ma su criteri di omogeneità dei bacini di utenza; dalla riduzione e razionalizzazione delle Aziende Speciali avviando anche un processo di dismissioni degli asset non funzionali al ruolo delle Camere, per liberare risorse a sostegno delle imprese e delle economie territoriali.

Confcommercio auspica che la riforma preveda che le risorse attribuite al sistema camerale siano adeguate ai nuovi assetti organizzativi e funzionali attraverso un percorso triennale di rimodulazione del contributo camerale.

Da un'indagine commissionata da Confcommercio a Format ricerche emerge che più del 75% delle imprese del terziario sono soddisfatte dei servizi di supporto che ricevono dalle Camere di Commercio, il 70% considera il sistema camerale un ente necessario per l'economia del territorio e una percentuale analoga (il 69%) giudica soddisfacenti i servizi complessivamente erogati a fronte del diritto camerale versato.

 

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