Indicatore consumi Confcommercio: persistono elementi di incertezza

Indicatore consumi Confcommercio: persistono elementi di incertezza

Fiducia famiglie resta debole

163/2016
Roma 6 dicembre 2016


L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra ad ottobre 2016 un calo dello 0,1% rispetto a settembre e una crescita dello 0,1% su base annua[1] (tabb. 1 e 2), andamento in linea con un quadro congiunturale che continua ad essere caratterizzato da molteplici elementi d'incertezza.

L'evoluzione registrata nell'ultimo mese ha portato ad un contenuto ripiegamento dell'indicatore in termini di media mobile a tre mesi (fig. 2), confermando il permanere, anche all'inizio del quarto trimestre, di un atteggiamento prudente delle famiglie verso il consumo, consolidando un trend che ha portato, nel corso del 2016, ad una lenta decelerazione nei tassi di crescita della domanda.

Questa dinamica riflette la debolezza della fiducia dei consumatori che, rimanendo sostanzialmente stabile a novembre, continua ad essere attestata sui livelli minimi dell'ultimo anno e mezzo.

Elementi di incertezza circa le prospettive future emergono anche sul versante delle imprese che manifestano, sempre a novembre, un lieve peggioramento del sentiment, tendenza a cui fanno eccezione solo gli imprenditori del commercio al dettaglio. Al peggioramento delle aspettative nel settore manifatturiero si è associata, stando alle stime elaborate da Confindustria, un'evoluzione negativa della produzione che dovrebbe aver registrato a novembre, dopo l'incremento di ottobre, un calo dello 0,4% congiunturale. Sulla base di quanto rilevato nello stesso mese per gli ordini (+ 0,1% congiunturale) si attende una moderata crescita della produzione industriale anche nei primi mesi del 2017.

La debolezza e le incertezze che da alcuni mesi stanno caratterizzando la ripresa italiana si stanno traducendo in un rallentamento della tendenza al recupero dei livelli occupazionali. Stando alle prime stime ad ottobre il numero di occupati ha registrato un calo di 30mila unità sul mese precedente. In termini annui, il confronto presenta, comunque, una crescita di 174mila unità. Nello stesso mese il numero di persone in cerca di occupazione è diminuito di 37mila unità, evoluzione che ha portato ad un contenuto ridimensionamento del tasso di disoccupazione. Nonostante il rallentamento rilevato nei periodi più recenti, nel complesso dei primi dieci mesi del 2016 l'andamento del mercato del lavoro risulta più favorevole rispetto a quanto rilevato nel 2015, con una partecipazione al mercato del lavoro che rimane su livelli molto elevati ed una progressiva riduzione delle ore di CIG autorizzate (-32,9% ad ottobre su base annua, -13,9% nel complesso dei dieci mesi).

 

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

La diminuzione dello 0,1% registrata dall'ICC ad ottobre, rispetto al mese precedente, è derivata da una stasi della componente relativa ai servizi e da una flessione dello 0,2% della componente relativa ai beni. Per quanto riguarda le singole macro-funzioni di spesa, valori positivi di un certo rilievo hanno riguardato solo la domanda per i beni e i servizi ricreativi (+0,7%) e per i beni e i servizi per le comunicazioni (+0,4%), in ripresa rispetto alla dinamica registrata a settembre.

Modeste variazioni positive hanno interessato la spesa per l'abbigliamento e le calzature (+0,2%) che ha recuperato in parte la flessione di settembre, e quella per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,1%), mentre è rimasta invariata la spesa per i beni e servizi per la casa.

Una significativa riduzione della spesa, già in flessione a settembre, si è riscontrata per i beni e servizi per la mobilità (-1,6%) determinata da un rallentamento delle vendite di auto e moto ai privati.

In calo contenuto è risultata sia la domanda per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (-0,2%), sia la domanda di alimentari, bevande e tabacchi (-0,1%) che nel mese precedente avevano evidenziato una debole ripresa.

LE DINAMICHE TENDENZIALI

La dinamica tendenziale dell'ICC di ottobre ha registrato una crescita contenuta dello 0,1%, recuperando il dato negativo del mese precedente. Questo risultato è sintesi di un andamento positivo della domanda di servizi (+0,8%) e di una moderata flessione della domanda dei beni (-0,2%).

Nel confronto con ottobre 2015, l'incremento di maggior entità ha riguardato la spesa per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa, cresciuta dell'+1,1%, e la domanda di beni e di servizi per la mobilità (+0,7%).

In moderata ripresa, dopo il risultato negativo di settembre, è risultata sia la domanda di beni e servizi per le comunicazioni (+0,5%), sia quella per i beni e i servizi per la casa (+0,1%), mentre è cresciuta, anche se in misura più contenuta rispetto al mese precedente, la spesa per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,2%).

Una riduzione abbastanza accentuata dei consumi su base annua si è registrata per l'abbigliamento e calzature (-1,2%), segmento che già a settembre aveva evidenziato una perdita significativa. La tendenza al ridimensionamento, seppur modesto, ha riguardato anche la spesa per i beni e i servizi ricreativi (-0,5%) che ha risentito ancora del confronto con l'Expo, e la domanda di alimentari, bevande e tabacchi (-0,3%).

 

LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo[2], per il mese di dicembre 2016 si stima, rispetto a novembre, una variazione dello 0,1%. Nel confronto con dicembre del 2015 la variazione del NIC dovrebbe attestarsi al +0,2%.

(**) Previsioni

PROSSIMA USCITA:11 gennaio 2017


 


[1] Dati destagionalizzati. A partire dal numero di aprile 2015 la destagionalizzazione è effettuata sui dati grezzi in quantità e non più sulle serie a valore, poi deflazionate. I dati dell'ultimo mese devono essere considerati come stime provvisorie in quanto ottenuti attraverso l'integrazione dei dati disponibili con uno specifico modello di previsione ARIMA applicato alle singole serie mensili che compongono l'ICC
[2] Stima mensile sull'andamento dei prezzi nel mese in corso relativa al NIC (Numero indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività). Il dato è riferito ad un insieme più ampio di beni e servizi considerati nell'ICC.

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