Manovra di Bilancio 2024: bene la riduzione del cuneo contributivo ed il debutto del sistema Irpef a tre aliquote. Ma, oltre l’orizzonte del 2024, resta l’esigenza di dare prospettiva strutturale alle misure

Manovra di Bilancio 2024: bene la riduzione del cuneo contributivo ed il debutto del sistema Irpef a tre aliquote. Ma, oltre l’orizzonte del 2024, resta l’esigenza di dare prospettiva strutturale alle misure

Per la crescita, decisiva l’attuazione del PNRR

La manovra di bilancio per il 2024 è in disavanzo per circa 12,5 miliardi di euro. Ma è anche una manovra che destina poco meno di 15 miliardi di euro alle misure di riduzione del cuneo fiscale e al ridisegno delle aliquote IRPEF. Detto in altri termini, si prende un po’ di tempo rispetto al percorso programmato di riduzione del rapporto debito/PIL, ma lo si fa considerando esplicitamente prioritario il sostegno alle famiglie e, in misura minore, alle imprese. Bene, dunque, la concentrazione sulla riduzione del cuneo contributivo e sul debutto di un sistema IRPEF a tre aliquote. Ma, oltre l’orizzonte del 2024, resta l’esigenza di dare prospettiva strutturale agli interventi messi in campo”: è quanto ha dichiarato il vice presidente di Confcommercio Giovanni Da Pozzo in audizione sulla Legge di Bilancio 2024 presso le Commissioni congiunte di Camera e Senato.

Nel prossimo anno comunque – prosegue Da Pozzo – le misure di riduzione del cuneo contributivo ed il nuovo assetto di aliquote e scaglioni IRPEF dovrebbero tradursi, secondo le stime della NADEF, in maggiori consumi per circa sei miliardi di euro. Ma l’inflazione sta incidendo sulla ricchezza finanziaria delle famiglie: stimiamo una riduzione di oltre 17 mila euro per nucleo familiare tra il 2021 e la prima parte del 2023. Per il 2024, prevediamo così una crescita dei consumi dell’1 per cento a fronte dell’1,3 per cento della NADEF. E, al netto di shock sul versante delle materie prime energetiche, stimiamo una variazione dei prezzi al consumo, per il 2024, in media attorno al 2 per cento”.

Per la crescita, si fa poi sempre più determinante il tema dell’attuazione del PNRR. Determinante per la conferma dell’obiettivo per il 2024. E determinante anche per la sostenibilità prospettica del nostro debito pubblico. In riferimento al tema degli investimenti per la crescita, vanno rese rapidamente operative e pienamente inclusive le misure del programma Transizione 5.0 Green. E vanno mantenute le specifiche finalità di innovazione tecnologica e digitale di Transizione 4.0, prevedendo, al contempo, l’introduzione di spese ammissibili per beni strumentali materiali ed immateriali coerenti con le esigenze di innovazione del settore terziario”.

Positivo, comunque, che, pur nell’ambito dell’impianto complessivamente prudente della manovra, si stanzino risorse per il potenziamento infrastrutturale, a cominciare dal Ponte sullo Stretto di Messina e dal Terzo Valico dei Giovi. Mentre, in riferimento alla “Zes Unica”, preoccupa la limitata accessibilità del credito d’imposta per il Mezzogiorno 1,8 miliardi per il 2024 tanto da parte delle piccole imprese (per una soglia d’accesso costituita da investimenti di almeno 200.000 euro), quanto da parte degli operatori della logistica (poiché il valore degli immobili strumentali non dovrebbe eccedere il 50 per cento del valore totale dell’investimento)”.

In una fase in cui l’intonazione della politica monetaria permane restrittiva – conclude il Vice presidente di Confcommercio – si rafforza poi l’esigenza di un approccio al tema della riforma del Fondo centrale di garanzia che premi gli investimenti e che affronti e risolva il nodo della contrazione creditizia di lungo corso registrata dalle micro e piccole imprese”.

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