Indicatore Consumi Confcommercio: si riduce la spinta della fiducia
Reddito fermo nell'ultimo periodo
Indicatore Consumi Confcommercio: si riduce la spinta della fiducia
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Roma, 15.12.2017
L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato a novembre 2017[1] un calo dello 0,1% rispetto ad ottobre e una diminuzione dello 0,2% su base annua (tabb. 1 e 2). In termini di media mobile a tre mesi si conferma la tendenza al moderato rallentamento iniziata alla fine dell'estate (fig. 2).
Il permanere di una situazione di debolezza della domanda delle famiglie rappresenta un elemento di criticità circa la possibilità di un'accelerazione della ripresa, in un contesto in cui, peraltro, cominciano ad emergere segnali di un andamento meno brillante dell'economia.
A conferma delle incertezze circa i comportamenti delle famiglie a novembre, dopo cinque mesi consecutivi di crescita la fiducia delle famiglie ha registrato una frenata.
Anche sul versante delle imprese si è osservato un arretramento complessivo del sentiment, sintesi di giudizi differenziati per settore di attività. Se da una lato la fiducia degli imprenditori del manifatturiero è rimasta stabile, nel commercio al dettaglio è risalito il pessimismo e solo nelle costruzioni e nei servizi di mercato la fiducia ha registrato un miglioramento.
L'atteggiamento prudente del manifatturiero è confermato da una dinamica della produzione industriale che, seppure in crescita, appare meno brillante rispetto a quanto registrato nel secondo e terzo trimestre. La tendenza ad un graduale recupero della produzione dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi, stando alle valutazioni di Confindustria a novembre si dovrebbe essere registrato un aumento dello 0,6%, in termini congiunturali, della produzione industriale e una crescita degli ordini dello 0,4%.
Segnali meno favorevoli rispetto ai mesi precedenti sono emersi anche sul versante del mercato del lavoro. Ad ottobre, per il secondo mese consecutivo, il numero di persone occupate non ha mostrato variazioni di rilievo. Il confronto su base annua segnala, comunque, un andamento positivo con un incremento, rispetto allo stesso mese del 2016, di 246mila unità. La tendenza alla stabilizzazione ha interessato anche le persone in cerca di occupazione, per le quali la riduzione su base annua è pari a 140mila unità, il cui livello continua ad attestarsi su di un valore solo di poco inferiore ai 2,9 milioni.
A completare il quadro del mercato del lavoro si segnala l'ulteriore riduzione su base annua delle ore di CIG autorizzate (-15,4%)
LE DINAMICHE CONGIUNTURALI
Il calo dello 0,1% registrato dall'ICC a novembre, dopo la stasi del mese precedente, è derivato da una flessione di analoga entità sia della domanda di beni, sia della spesa relativa ai servizi.
Per quanto concerne le singole macro-funzioni di spesa aumenti, seppur contenuti, rispetto ad ottobre hanno riguardato la spesa per i beni e servizi per la casa (+0,4%), per i beni e i servizi ricreativi (+0,3%), per beni e i servizi per le comunicazioni (+0,2%) e per l'abbigliamento e le calzature (+0,1%).
Stabile è risultata la spesa per beni e servizi per la cura della persona, dopo la frenata registrata ad ottobre.
Una riduzione significativa, dopo il positivo risultato di ottobre, ha interessato la domanda per i beni e i servizi per la mobilità (-1,2%), a seguito di un calo, in termini congiunturali della domanda di autovetture e moto da parte dei privati.
In contenuto ridimensionamento è stata anche la spesa per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,1%) e per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (-0,1%).
LE DINAMICHE TENDENZIALI
Nel confronto su base annua a novembre l'ICC mostra un calo dello 0,2%. Questo risultato è sintesi dell'andamento positivo della domanda relativa ai servizi (+1,0%) e di una flessione dello 0,7% della spesa per i beni.
Rispetto al mese di novembre dello scorso anno l'incremento più significativo ha riguardato la domanda per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+1,1%).
Più contenuta è stata la crescita, su base annua, per i beni e i servizi ricreativi (+0,6%) e per i beni e i servizi per la casa (+0,3%).
Una significativa riduzione dei consumi, rispetto a novembre del 2016, ha interessato la spesa per i beni e i servizi per la mobilità (-1,7%) e, in misura più contenuta, la spesa per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,9%).
Variazioni negative si sono riscontrate anche per la spesa per l'abbigliamento e le calzature (-0,6%), per la domanda di beni e di servizi per le comunicazioni (-0,4%) e per i beni e i servizi per la cura della persona (-0,1%).
LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo[1], per il mese di dicembre 2017 si stima, rispetto a novembre, un aumento dello 0,2%. Nel confronto con dicembre del 2016 l'inflazione dovrebbe attestarsi allo 0,7%.
Beni e servizi ricreativi | Servizi postali |
Cinema, sport e altri spettacoli | Servizi per le comunicazioni |
Concorsi e pronostici | Beni e servizi per la cura della persona |
Cartoleria, libri, giornali e riviste | Sanità |
Foto-ottica e pellicole, compact disk, supporti magnetici | Prodotti farmaceutici e terapeutici |
audio, video e strumenti musicali | Prodotti di profumeria e cura della persona |
Giochi, giocattoli, articoli per lo sport ed il campeggio | Abbigliamento e calzature |
Altri prodotti | Abbigliamento, pellicce e pelli per pellicceria |
Alberghi, pasti e consumazioni fuori casa | Calzature, articoli in pelle e da viaggio |
Alberghi | Beni e servizi per la casa |
Pubblici esercizi | Affitti |
Beni e servizi per la mobilità | Energia elettrica |
Motocicli | Mobili, articoli tessili, arredamento per la casa |
Automobili | Elettrodomestici, radio, tv, registratori |
Carburanti | Generi casalinghi durevoli e non durevoli |
Pedaggi | Utensileria per la casa e ferramenta |
Trasporti aerei | Alimentari, bevande e tabacchi |
Beni e servizi per la comunicazione | Alimentari e bevande |
Telecomunicazioni, telefonia e dotazioni per l'informatica | Tabacchi |
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FONTI: AISCAT, AAMS, ANCMA, ASSAEROPORTI, FEDERALBERGHI, FIPE, FIT, ISTAT, MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO, SIAE, SITA, TERNA, UNRAE. |
CONSUMI & PREZZI è uno strumento di analisi congiunturale che Confcommercio mette a disposizione dei propri associati e di tutti coloro che sono interessati alla dinamica di breve periodo della spesa reale delle famiglie e dei prezzi delle principali voci di consumo.
Per raggiungere tali obiettivi si utilizzano informazioni mensili fornite da istituti ed organizzazioni pubbliche e private e dati provenienti dalle diverse indagini congiunturali condotte dall'ISTAT.
I gruppi di prodotti e di servizi osservati sono attualmente 29, che complessivamente rappresentano, nell'anno 2016, il 53,7% del valore dei consumi effettuati sul territorio. Per i servizi l'incidenza è del 32,0% e per i beni è del 78,1%. Escludendo le spese relative i fitti figurativi dal totale dei consumi e dei servizi di Contabilità Nazionale la rappresentatività, stimata, sale al 62,8% per il totale dei consumi e al 44,0% per i servizi.
La banca dati utilizzata si basa su serie mensili (primo dato gennaio 2000) dei livelli di spesa in valore ed in quantità da cui si desumono gli indici di prezzo. Nel caso di informazioni trimestrali si è proceduto all'interpolazione dei dati mancanti.
La base per i livelli in volume è rappresentata dall'anno 2015. Come indici di prezzo delle serie elementari si è utilizzato il relativo NIC a base 2015. Per l'abbigliamento e le calzature le serie elementari sono deflazionate con l'IPCA (base 2015).
Le serie sono destagionalizzate con la procedura TRAMO-SEATS.
Per ulteriori informazioni sulla metodologia di costruzione dell'ICC si rimanda alla nota pubblicata il 28 marzo 2011. Per la metodologia di stima dell'indice dei prezzi si rimanda alla nota pubblicata il 6 settembre 2011 (Sito Confcommercio > Ufficio Studi)
PROSSIMA USCITA: 16 gennaio 2018
[1] Stima mensile sull'andamento dei prezzi nel mese in corso relativa al NIC (Numero indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività). Il dato è riferito ad un insieme più ampio di beni e servizi considerati nell'ICC.
[1] I dati dell'ultimo mese devono essere considerati come stime provvisorie in quanto ottenuti attraverso l'integrazione dei dati disponibili con uno specifico modello di previsione ARIMA applicato alle singole serie mensili che compongono l'ICC.