Confcommercio su vendite al dettaglio: consumi più fragili

Confcommercio su vendite al dettaglio: consumi più fragili

La consapevolezza delle buone performance del sistema Italia nell’ultimo triennio non vieta di riconoscere la condizione di fragilità economica che anche i dati sulle vendite al dettaglio di gennaio testimoniano. La riduzione con cui si apre l’anno, sia congiunturale sia tendenziale, consolida una tendenza al ribasso che, considerata l’importanza dei consumi per la crescita economica, non può non destare preoccupazione. Questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat di oggi sulle vendite al dettaglio di gennaio.

Nel complesso, prevalgono, infatti, indizi di rallentamento dell’attività economica. Il trade off tra la domanda di beni e di servizi – continua la nota – che aveva garantito per buona parte del 2023 un aumento dei consumi sembra essersi arrestato. Da alcuni mesi le famiglie italiane hanno stabilizzato, o ridotto, i consumi turistici interni. A gennaio le presenze di italiani in Italia si sono contratte del 3,7% rispetto all’analogo mese del 2023, mentre quelle degli stranieri fanno segnare il massimo di sempre (8,2 milioni di notti con +12,6% rispetto a gennaio 2023). Tali differenze indicano la relativa debolezza della domanda interna.

Il ritorno dell’inflazione su valori molto contenuti (a febbraio il tasso di variazione su base annua è confermato allo 0,8%) non sembra – conclude l’Ufficio Studi Confcommercio - ancora aver prodotto un significativo impatto sulle decisioni d’acquisto delle famiglie che stanno, presumibilmente, ricostituendo le proprie riserve finanziarie. La piccola riduzione dell’occupazione a gennaio può essere un campanello di allarme. Il test sulla fiducia delle famiglie di marzo sarà decisivo: un’eventuale riduzione, dopo quattro mesi di crescita, potrebbe condurre a una lettura negativa, e non più interlocutoria, dei dati congiunturali.

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