Indicatore Consumi Confcommercio: a novembre in aumento col contagocce

Indicatore Consumi Confcommercio: a novembre in aumento col contagocce

Permane il rischio deflazione

L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra a novembre una crescita dello 0,2% rispetto ad ottobre e un calo dello 0,3% tendenziale (tabb. 1 e 2). Il dato dell'ultimo mese, che ha determinato anche un modesto miglioramento della media mobile a tre mesi (fig. 2), pur indicando il proseguimento della fase di lieve recupero dei livelli di consumo da parte delle famiglie si inserisce in un contesto congiunturale difficile, che non sembra idoneo a supportare, nei prossimi mesi, dinamiche più sostenute della domanda.

Sul versante della fiducia delle famiglie non si avvertono, infatti, segnali positivi, con un ulteriore peggioramento, a dicembre, del sentiment. Anche dal lato delle imprese non si registrano attese di un significativo miglioramento, a breve, del quadro economico.

Anche per la produzione industriale il 2014 non sembra essersi chiuso con apprezzabili impulsi di crescita.

La situazione di stagnazione-recessione in cui si trova il paese da alcuni mesi si è tradotta, a novembre, in un peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro. Gli occupati sono diminuiti, rispetto ad ottobre, di 48mila unità (-113mila nel bimestre). Le persone in cerca di occupazione sono aumentate, su base mensile, di 40mila unità (+135mila negli ultimi due mesi) portando il tasso di disoccupazione al 13,4%. Questi dati evidenziano come le aspettative di una ripresa dei livelli occupazionali, registrate nella parte centrale del 2014, siano ormai rientrate.

A fronte del deterioramento rilevato dai livelli occupazionali, le ore autorizzate di CIG hanno mostrato, a novembre, una sensibile riduzione nei confronti dell'analogo mese del 2013 (-26,9%. Il dato è sintesi di un calo per tutte le tipologie. Anche nel complesso degli undici mesi dell'anno si rileva una diminuzione (-6,1%), andamento a cui fa eccezione solo la CIG straordinaria (+21,7%). 

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

Il modesto incremento (+0,2%) registrato dall'ICC a novembre rispetto ad ottobre (tab. 1) è il risultato di un aumento dello 0,6% della domanda per la componente relativa ai servizi e di una stabilità della componente relativa ai beni.

Relativamente alle singole macro-funzioni di spesa, si evidenzia un incremento, rispetto ad ottobre, per alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (+1,5%) e per i beni e servizi ricreativi (+0,4%). La spesa per i beni e servizi per la cura della persona e quella per abbigliamento e calzature segnala una stabilità.

In leggero calo risulta la spesa per i beni e servizi per le comunicazioni (-0,5%) e per gli alimentari e tabacchi (-0,2%). In flessione sono risultati anche i consumi relativi ai beni e ai servizi per la mobilità (-0,1%) e per la casa (-0,1%). 

Le dinamiche tendenziali

La diminuzione tendenziale dell'ICC di novembre (-0,3%), in linea con quanto rilevato il mese precedente, riflette un calo significativo (-1,6%) della domanda relativa ai servizi e un incremento, di modesta entità, della spesa per i beni (+0,3%).

A novembre le uniche variazioni positive, su base annua, si riscontrano per i beni ed i servizi per la mobilità (+3,4%), grazie all'andamento delle vendite di auto ai privati, e per i beni e servizi per le comunicazioni (+2,5%). In forte calo risultano i beni e servizi ricreativi (-1,3%), gli alberghi, pasti e consumi fuori casa (-1,3%), l'abbigliamento e calzature (-1,3%) e i beni e servizi per la casa (-1,1%). Una flessione inferiore all'1,0% ha interessato gli alimentari, bevande e tabacchi, e i beni e servizi per la cura della persona.

LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di gennaio 2015 si stima una diminuzione dei prezzi dello 0,2% rispetto a dicembre e dello 0,4% su base annua, dato che riporterebbe l'Italia in deflazione. La dinamica attesa per gennaio è imputabile, oltre alla diminuzione degli energetici (regolamentati e non), alla stabilità in molti segmenti di consumo in linea con il permanere della debolezza della domanda.  

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