Con il 'superbollo' a rischio 210 milioni di Iva

Con il 'superbollo' a rischio 210 milioni di Iva

L'Unrae sottolinea che un eventuale aumento della pressione fiscale sulle vetture 'alto di gamma' potrebbe far perdere quest'anno fino a 50mila immatricolazioni, con riflessi anche sull'occupazione.

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20 giugno 2006
Unrae: col ‘superbollo’ a rischio 210 milioni di Iva

Unrae: col ‘superbollo’ a rischio 210 milioni di Iva

 

Un eventuale aumento della pressione fiscale sulle vetture 'alto di gamma' rischia di penalizzare la crescita del mercato automobilistico in Italia, facendo perdere quest’anno “fino a 50mila immatricolazioni�, con “un minore gettito di Iva per lo Stato di 210 milioni� e “con riflessi anche su altri aspetti, come quello occupazionale�. Lo ha affermato il neo-riconfermato presidente dell’Unrae  (l’associazione che riunisce le case automobilistiche estere presenti in Italia) Salvatore Pistola, sottolineando che il mercato dell’auto è il “principale fattore di traino della ripresa economica� nel nostro Paese, come dimostrano le 124mila vetture in più immatricolate nei primi cinque mesi dell'’anno, che solo di Iva hanno consentito un gettito aggiuntivo di 460 milioni di euro nelle esauste casse dello Stato�.

“La crescita rispetto all’anno scorso - ha aggiunto il presidente dell’Unrae - è la maggiore fra tutti i grandi mercati europei e se non ci saranno azioni di disturbo, come misure fiscali improprie e drastiche limitazioni alla circolazione, è realistico pensare ad un mercato di fine anno di 2 milioni e 300mila immatricolazioni, altrimenti ci si potrebbe fermare a 2,250 milioni�.

Ribadendo di essere d’accordo sul principio di “rimodulare la fiscalità sull’auto in base alle emissioni�, tra l'altro già enunciato dall’Unione europea e che il Governo intende  seguire, Pistola manifesta però il timore che “sotto le spoglie di una tassa ambientale si nasconda una tassa sul lusso�. Insomma, “si teme un superbollo mascherato, una sorta  di penalizzazione per certe categorie di vetture, come purtroppo - ha precisato - è avvenuto in passato�. Certo l’Unrae si  rende conto delle impellenti esigenze di cassa dello Stato e, quindi, almeno per il momento “non chiede sgravi fiscali�. Ma  non esclude di farlo “nel medio termine'�, auspicando che “possa quanto meno tornare all’automobilista, come avviene in altri Paesi, una parte più consistente dell’enorme gettito  fiscale derivante dal settore auto, che nel 2006 raggiungerà gli 80 miliardi di euro'�.

Intanto l'associazione dei costruttori di auto estere avanza al Governo alcune controproposte, tra le quali il passaggio dall’attuale tassa di proprietà richiesta agli automobilisti ad una forma di tassazione d’uso, “affinché il contributo allo Stato sia proporzionale all’impiego effettivo dell’auto e, quindi, delle infrastrutture da parte degli automobilisti, oltre che all’impatto ambientale�. A questo proposito, l’Unrae si dichiara disponibile ad offrire al Governo il supporto delle proprie competenze tecniche e specialistiche, per contribuire “all’identificazione di parametri corretti di valutazione nella  eventuale emanazione di norme future�. Secondo l’associazione  delle case estere, inoltre, un gettito Iva supplementare a beneficio delle casse dello Stato potrebbe arrivare da controlli più serrati sulle cosiddette 'importazioni parallele', che potrebbero consentire un recupero - secondo stime Unrae - di circa 300 milioni l’anno. Tra le proposte dell’Unione figurano, infine, una serie di interventi volti a favorire la crescita del  mercato: agevolare il rinnovo del parco auto circolante più obsoleto (oltre 5 milioni di vetture Euro 0 e circa 11 milioni considerando anche le Euro1) incentivando l’acquisto di un usato più recente; eliminare l’IPT sull’usato ed applicare definitivamente la legge che non richiede più il notaio per i passaggi di proprietà; armonizzare le misure ecologiche che limitano il traffico nei centri urbani; calmierare l’RcAuto modulandone il costo in base all’uso della vettura; evitare interventi che penalizzino la libera circolazione, come  l’introduzione di mini-pegaggi stradali, che graverebbero sui cittadini-automobilisti che già pagano un costo della mobilità superiore a quello medio europeo.

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