Confcommercio a Bruxelles: far ripartire i consumi

Confcommercio a Bruxelles: far ripartire i consumi

"Rafforzare il suo ruolo di grande rappresentanza d'impresa; costruire un rapporto fluido con le Istituzioni europee; sostenere le iniziative che si propongono un effettivo sviluppo del dialogo sociale; costituire un efficiente presidio dell'impresa italiana a Bruxelles": questi gli obiettivi della "politica europea" che Sergio Billé ha indicato in occasione della inaugurazione della nuova sede di rappresentanza di Confcommercio a Bruxelles.
Una inaugurazione che ha visto la presenza del Commissario europeo Mario Monti, di rappresentanti delle varie direzioni della Commissione, di parlamentari europei, del Presidente della Confcommercio greca, Folias, del Presidente di Eurocommerce, Sogaro, di esponenti del mondo bancario.
Sergio Billè ha presentato il Rapporto del Centro Studi di Confcommercio sulle previsioni a medio termine delle economie dei paesi europei, previsioni che per l'Italia si confermano di basso profilo.
I problemi per le economie europee, deriveranno dal protrarsi della contrazione della domanda mondiale, per cui sarà minore il contributo dato alla crescita dagli scambi con l'estero.
In Italia, questa congiuntura internazionale si sommerà con una dinamica contenuta dei consumi privati, che dovrebbero attestarsi nel '99 intorno al 1,7% (solo lo 0,3% in più rispetto al 1998) e nel 2000 raggiungere quota 2,1%. "Tra il 1992 ed il 1994 - ha precisato il Presidente Billè - l'economia italiana è stata salvata dalle esportazioni, nel momento in cui era possibile una svalutazione competitiva nel quadro di un ciclo positivo dell'economia mondiale. Al contrario oggi, solo il mercato interno può far ripartire l'economia in una fase in cui non c'è più possibilità di fare operazioni sui cambi ed in presenza di una congiuntura quasi recessiva".
Ancora una volta dunque l'Italia il prossimo anno sarà agli ultimi posti in Europa per l'andamento dei consumi delle famiglie. "Abbiamo assolutamente bisogno - ha precisato Sergio Billè - a livello Paese di avere degli interventi shock per quanto riguarda la tenuta dei consumi, in modo da ottenere anche immediati miglioramenti delle prospettive di incremento occupazionale".
Occupazione e consumi continuano ad essere dunque i due "talloni di Achille" del sistema economico italiano.
"Il nodo centrale per tutti i paesi europei - ha sottolineato Billè - e per il nostro in particolare, resta la disoccupazione, che in Italia si concentra in massima parte nel Mezzogiorno, dove risiedono oltre 1,7 milioni di persone in cerca di un posto di lavoro, pari al 59% del totale. Inoltre, nel Sud, il dramma della disoccupazione é anche il dramma dei consumi, se si pensa che quasi il 70% del PIL prodotto nelle regioni meridionali si trasferisce in domanda interna".
Le previsioni del Centro Studi Confcommercio dunque fotografano, per i prossimi due anni, miglioramenti quasi nulli per il tasso di disoccupazione, che dovrebbe scendere nel '99 al 12,1% (dal 12,3 del 1998) e attestarsi a quota 12% nel 2000. Le imprese non creano posti di lavoro, anche per la eccessiva pressione fiscale e contributiva. "Abbassare i livelli di imposizione fiscale e contributiva - ha sottolineato Billè - significa investire nella ricchezza del Paese ed aumentare le prospettive occupazionali".

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