Confcommercio "celebra" l'Innovazione

Confcommercio "celebra" l'Innovazione

A Roma la quarta edizione della Giornata Nazionale dell'Innovazione. Nel corso dei lavori premiati i finalisti del Premio Nazionale di Confcommercio per l'Innovazione nei Servizi. Coppa: "senza innovazione niente ripresa".

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8 giugno 2012

Si è svolta a Roma la quarta edizione della Giornata Nazionale dell'Innovazione, organizzata dall'Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione e dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, in collaborazione con Confcommercio e Forum Pa. Nel corso dei lavori, si è svolta la cerimonia di premiazione dei finalisti del Premio Nazionale per l'Innovazione nei Servizi di Confcommercio. Il saluto di Confcommercio è stato portato dal vicepresidente di Confcommercio, Maria Luisa Coppa: " Il titolo di quest'anno della Giornata Nazionale dell'Innovazione "L'Italia che corre" ci induce a riflettere sulla necessità di muoverci in fretta per imboccare al più presto la via della ripresa. Ripresa che non può prescindere da conoscenza e innovazione. Perché solo innovando potremo recuperare competitività e spingere sull'acceleratore della crescita. L'innovazione, soprattutto in un periodo di crisi particolarmente difficile, rappresenta, infatti, un fattore di sopravvivenza, di competitività, e, in prospettiva, di crescita per le imprese". "Ma dobbiamo fare in fretta - ha sottolineato Coppa- appunto correre, perché oggi si compete a tutte le latitudini e a tutti i livelli a ritmi frenetici, per non lasciare disperdere quell'immenso patrimonio di cultura, di creatività, di capacità organizzativa, d'impegno che ci appartengono. Oggi ci stiamo confrontando con dati che riportano l'economia italiana ai livelli della fine degli anni '90 e che non lasciano dubbi sulla drammaticità, profondità e durata di questa recessione che sembra allungarsi sempre di più: pressione fiscale complessiva sui contribuenti in regola al 55%, un record mondiale; riduzione dei consumi per il 2012 del 2,7%; disoccupazione in crescita; investimenti in calo del 5,7%". "Di fronte a questi dati - ha osservato ancora il vicepresidente di Confcommercio - è chiaro che l'imperativo è reagire e occorre farlo in fretta. Servono, pertanto, selezionati e qualificati investimenti pubblici per il futuro: per l'innovazione del capitale umano, per il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale, per le infrastrutture, per il turismo. Va aperta, dunque, una nuova stagione per abbattere circa 40 miliardi di euro all'anno che pesano sull'Italia per le inefficienze del sistema logistico e per tornare ad investire. E per trovare le risorse necessarie la soluzione sta nei tagli alla spesa pubblica improduttiva parallelamente al recupero di evasione ed elusione, condizioni queste per un progressivo alleggerimento della pressione fiscale. Riconosciamo al Governo di aver agito con tempestività nel dare risposte all'emergenza del rischio default del Paese mettendo in sicurezza i conti pubblici. Il rigore, però, da solo non basta. C'è ora, dunque, bisogno di uno sforzo ulteriore e determinante per stimolare la crescita, e si dovrà farlo al più presto e con tutte le modalità possibili. E chiediamo anche una maggiore attenzione per l'economia dei servizi. I servizi di mercato, nel loro complesso, già oggi contribuiscono alla formazione del valore aggiunto e dell'occupazione del nostro Paese in misura superiore al 50%. Una nuova stagione di crescita non può, infatti, prescindere tanto dall'innovazione quanto dai servizi". Secondo il presidente dell'Agenzia dell'Innovazione, Davide Giacalone, "l'Italia che innova è forte è rispettata all'estero con imprenditori coraggiosi e lavoratori esperti. La concorrenza globale è una straordinaria occasione per chi punta sulla qualità e l'innovazione, un'occasione di crescita". "Il nostro sistema fiscale e amministrativo - ha osservato Giacalone - è un peso eccessivo sulle spalle dell'Italia che corre. Gli investimenti in digitalizzazione sono dei buoni investimenti se aiutano a diminuire le spese della Pa". "L'Italia che corre - ha concluso il presidente dell'Agenzia dell'Innovazione è meglio dell'Italia che resta ferma". Il vicepresidente Ricerca e Innovazione di Confindustria, Diana Bracco ha sottolineato che "l'innovazione è un tema pervasivo della nostra vita e delle nostre imprese. Da sempre mi sono battuta per questo tema perché l'azienda che conduco proprio sull'innovazione ha basato la sua crescita". "Una crescita - ha detto Bracco - che però deve essere diffusa e sostenibile. Per tornare a crescere bisogna mettere ricerca e innovazione al centro del programma del Paese. Se vogliamo un'Italia che corre abbiamo bisogno di una strategia: rafforzare le specializzazione tecnologiche attraverso grandi progetti extraterritoriali. Collaborazione tra imprese e sistema pubblico della ricerca è fondamentale. E' fondamentale che il governo ascolti sempre le imprese che hanno il termometro del mercato. Operare quindi in una vera logica di collaborazione tra pubblico e privato mettendo a sistema le risorse. Da troppi mesi stiamo aspettando che si riunisca il tavolo della Semplificazione. Chiediamo con forza un credito d'imposta strutturale per gli investimenti in innovazione e ricerca da parte delle imprese. Bisogna favorire la nascita e lo sviluppo di imprese hi tech". Pier Paolo Celeste, dirigente Ice-Dipartimento Servizio alle Imprese: "Il passo fondamentale è quello di coniugare innovazione e internazionalizzazione. Un altro step è quello di portare Università e imprese a camminare a stretto contatto offrendo proposte concrete al mercato". "Abbiamo un patrimonio ricchissimo da esportare - ha detto Celeste ma dobbiamo farci conoscere". Raffaele Liberali, Capo dipartimento del Ministero Università, Ricerca e Istruzione: "In Italia manca spesso un collegamento tra i vari attori del sistema. Il tema di fondo è quello della partecipazione del sistema Italia ai programmi comunitari come Horizon 2020". "Ma per fare questo - ha aggiunto Liberali - bisogna fare sistema". Roberto Cingolani, direttore dell'Istituto Italiano di Tecnologia: "Si ha la percezione che se pure il motore dell'Innovazione e della Ricerca è buono è costretto ha percorrere sempre una strada sterrata. L'innovazione la fanno gli esseri umani con il loro cervello: l'innovatore si costruisce a sei anni con il sistema scolastico e i programmi televisivi". "L'innovazione non è una moda, è uno studio". "People first vuol dire anche rendere attrattiva la carriera del ricercatore". "La burocrazia ce l'hanno tutti ma da noi non c'è mai certezza sui tempi". I lavori della giornata sono stati chiusi del sottosegratario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti: "Riforma degli incentivi si focalizzerà su ricerca e sviluppo e sull'internazionalizzazione delle imprese che è elemento fondamentale dell'innovazione. A questo riordino degli incentivi aggiungiamo un primo intervento di credito d'imposta su lavoratori giovani e qualificati. Ci saranno passi successivi che riguarderanno un più generale credito d'imposta per le imprese che fanno ricerca e sviluppo. La spending review deve liberare risorse anche per impieghi produttivi chiave. Altro punto importante è lo sviluppo della domanda pubblica per prodotti innovativi come infrastrutture e banda larga o come quello delle scienze della vita: il sistema sanitario nazionale è importante come soggetto di domanda". "La prima cosa che serve per fare innovazione - ha concluso De Vincenti - è la buona costruzione e la stabilità delle regole".

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