Confcommercio presenta a Bruxelles il suo "Manifesto per l'Europa"

Confcommercio presenta a Bruxelles il suo "Manifesto per l'Europa"

Una delegazione della Confederazione ha illustrato alla UE le proposte per il rilancio dello sviluppo e della competitività delle imprese. GLI OSTACOLI ALLA MOBILITA' DELLE MERCI

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27 febbraio 2002
Confcommercio presenta a Bruxelles il “Manifesto per l’Europa”

Confcommercio presenta a Bruxelles il “Manifesto per l’Europa”

 

Una delegazione di Confcommercio, guidata dal Presidente Sergio Billè, si è recata in missione a Bruxelles per incontrare i vertici dell’Unione Europea e illustrare i temi contenuti nel “Manifesto per l’Europa” elaborato dalla stessa Confederazione. Dopo gli incontri con l’ambasciatore italiano presso l’Unione europea Umberto Vattani, la vicepresidente della Commissione Ue e Commissaria ai Trasporti, Loyola De Palacio, ed il commissario Ue alla Concorrenza, Mario Monti, ieri la delegazione è stata ricevuta dal presidente della Commissione europea, Romano Prodi, e dal commissario alle imprese, Erkki Liikanen.

Il documento di Confcommercio (vedi allegati, ndr) contiene un’ampia serie di proposte in vista del vertice di Barcellona, a partire dalla realizzazione di una Convenzione aperta ad una nuova architettura del dialogo sociale europeo. In questo senso, si ritiene fondamentale che il processo di allargamento dell’Unione non marginalizzi la politica euromediterranea e non dimentichi la necessità di politiche di coesione per le aree in ritardo di sviluppo dell’Europa mediterranea.

Quanto al completamento del mercato interno, il “Manifesto” sottolinea l’esigenza di attuare politiche per la concorrenza e per l’impresa che tengano conto dell’integrazione sistematica delle Pmi, con scelte conseguenti in materia di liberalizzazione del mercato energetico e dei servizi finanziari. A tale proposito, le vertenze prioritarie sono la riduzione immediata della commissione interbancaria multilaterale, univocamente definita da Visa; l’istituzione di una sede di concertazione europea per le politiche per i consumatori; il caso dell’autotrasporto delle merci dall’Italia verso il mercato interno europeo. Un problema, quest’ultimo, sul quale il presidente Billè ha voluto lanciare una sorta di grido d’allarme sottolineando le difficoltà per le Pmi nel garantire la diffusione dei prodotti, superando la barriera dell’arco alpino. Secondo Confcommercio, infatti, i problemi del trasporto, in particolare i costi per l’attraversamento dei valichi alpini, sono diventati “drammatici” ed ostacolano le possibilità di sviluppo delle piccole e medie imprese italiane. Inoltre, le attuali ipotesi di grandi assi di sviluppo stradale ed intermodale rischiano di tagliare fuori l’Italia e l’Europa mediterranea dai principali nodi commerciali europei. Anche in questo caso, le proposte per superare l’emergenza sono contenute in un documento elaborato dal Centro Studi Confcommercio e dal Centro Studi sui Sistemi dei Trasporti (vedi link nella home page, ndr).

Altro tema “pesante” che il “Manifesto per l’Europa” mette sul tappeto riguarda le politiche fiscali. Lo sviluppo dell’Europa può passare infatti solo attraverso un’interpretazione “dinamica” del patto di stabilità che consenta l’attuazione di un efficace processo di coordinamento di queste politiche. Confcommercio propone l’ampliamento della base imponibile e la riduzione della pressione fiscale complessiva; un’azione di contrasto del dumping fiscale e degli effetti distorsivi delle politiche fiscali; la semplificazione e l’alleggerimento tributario degli Stati membri che preceda, in considerazione dell’applicazione del principio di unanimità per le decisioni fiscali, il percorso di coordinamento comunitario delle politiche fiscale.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro ed i sistemi di sicurezza sociale, si ritengono necessarie riforme strutturali che mirino ad una flessibilità diffusa e contrattata, al decollo della previdenza integrativa ed alla valorizzazione dei fondi pensione contrattuali come istituti di democrazia economica. Infine, un cenno al turismo:l’Italia, paese con il più importante patrimonio artistico del mondo, lascia alla Francia il primato europeo come meta  turistica. Anche questo è secondo Billè un problema di competitività e di scelte politiche. “La Francia ha infatti puntato al turismo medio alto, mentre il nostro Paese continua a deludere il turismo di qualità, il turismo culturale, che si tratti della gestione degli aeroporti, degli orari di chiusura dei musei o del mancato coordinamento tra settore culturale e industria del turismo”

 

 

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