Confcommercio Roma: "Pil e consumi in calo nel 2013"

Confcommercio Roma: "Pil e consumi in calo nel 2013"

Il presidente Roscioli: "Lontano il ritorno ai livelli precrisi. Quello che ci aspettiamo è la `cura` di quei fattori indispensabili per una crescita strutturale delle nostre imprese: infrastrutture, alleggerimento del fisco, sburocratizzazione".

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3 agosto 2012

"E` negativa la previsione sui consumi 2011 - 2013 sul territorio di Roma, un ulteriore -1,1% medio
annuo che si va a sommare ad una situazione già critica; come è negativa la previsione sul Pil delle imprese di Roma e Provincia: - 0,6% l`anno da qui al 2013". Lo dichiara il presidente della
Confcommercio di Roma, Giuseppe Roscioli commentando i dati che emergono dal Rapporto sulle Economie Territoriali e il terziario di Mercato elaborato dall`Ufficio Studi della Confcommercio. Secondo Roscioli, "un ritorno ai livelli precrisi è lontano, quello che ci aspettiamo ora è la `cura` di quei fattori indispensabili per una crescita strutturale e costante delle nostre imprese: infrastrutture, alleggerimento del fisco, sburocratizzazione". I dati, aggiunge "confermano il ruolo trainante dei settori commercio, turismo e servizi nell`economia di Roma e del Lazio. Nella provincia di Roma, infatti, le imprese registrate nel commercio sono 122.848, a cui vanno aggiunti i servizi di alloggio e ristorazione (30.921), e imprese di altri servizi (142.423 attività tra finanziarie, immobiliari, professionali di vario tipo: trasporti, comunicazione, noleggio, agenzie di viaggio, attività sportive). Numero di gran lunga superiore all`industria che ne conta poco più di 93 mila e all`agricoltura con 13.879 imprese". A Roma e provincia nei servizi è occupato l`83,5% della popolazione, a fronte del 15,8% degli occupati nell`industria e dello 0,7% nell`agricoltura. Tuttavia, il saldo tra le imprese iscritte e quelle cessate per il commercio e i servizi nella provincia di Roma resta comunque negativo: con una perdita nel 2011 di 2.022 unità solo nel commercio, di cui 968 al dettaglio. A questi dati negativi si aggiungono le 541 unità in meno tra i servizi di alloggio e ristorazione ed il saldo negativo di 2.274 imprese in tutti gli altri servizi. Un dato che rispecchia
l`andamento imprenditoriale nazionale: in Italia solo nel commercio nel 2011 il saldo tra le iscritte e le cessate ha riportato il segno meno per oltre 34 mila imprese. "In quanto a `valore aggiunto pro capite` - aggiunge Roscioli - Roma comunque è al settimo posto, guadagnando appena unapostazione rispetto al 2000. Segno, ancora una volta, di scarsa dinamicità, nonostante evidenti tentativi di risalita. Lo scenario che l`indagine condotta da Confcommercio ci propone è per certi versi incoraggiante perché ci conferma come una regione ad alta `terziarizzazione`, ma la forza che il nostro settore vorrebbe esprimere resta ancora sotto forma di potenzialità" conclude Roscioli.


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