Flash mob organizzato da Confcommercio Torino: “Basta, vogliamo lavorare”
Flash mob organizzato da Confcommercio Torino: “Basta, vogliamo lavorare”
Manifestazione di protesta sui balconi promossa dalle imprese del commercio, del turismo, della ristorazione, della cultura e dello sport aderenti all'Associazione torinese.
“Diciamo “basta” perché non abbiamo alcuna certezza sulle misure economiche previste da un governo assente e indifferente alle nostre richieste di aiuto e ai problemi occupazionali che questa crisi genererà a breve”. Questo il commento della presidente di Confcommercio Torino, Maria Luisa Coppa, in occasione del flash mob organizzato sui balconi della sede dell'Associazione, dove è stato esposto uno striscione di 5 m per sei con la scritta “Basta!”. I dirigenti delle singole categorie si sono raccolti davanti il palazzo, nel rispetto delle norme anti covid, muniti di cartelli con la stessa scritta. “Il riacutizzarsi della pandemia, le restrizioni alla mobilità e alle attività hanno prodotto un ampliamento del disagio sociale, l'acuirsi della crisi potrebbe portare nei prossimi mesi a un deciso peggioramento - denunciano gli imprenditori torinesi - sentiamo la mancanza di una visione chiara non tanto nella soluzione dell'emergenza quanto piuttosto del percorso da seguire per arrivarci il prima possibile”.
Nel corso della manifestazione sono stati comunicati alcuni dati sull'andamento economico delle diverse categorie torinesi: il fatturato della aziende del terziario ha registrato un crollo compreso fra il 50 e il 75%, soprattutto nel settore del turismo, dell'accoglienza e della somministrazione, con picchi del 90% per quanto riguarda le guide turistiche, le agenzie di viaggio, il comparto dedicato all'organizzazione di eventi e le discoteche. In grande difficoltà anche l'abbigliamento, che sconta sia la crisi dei consumi che le modalità di acquisto delle collezioni.
“Abbiamo bisogno – continua la presidente Coppa - di interventi reali: finanziamenti a fondo perduto, biennio bianco con il blocco della tassazione, sburocratizzazione e aumento della fiscalità ai giganti del web”.
“Anche il mondo del pubblico esercizio – commenta il presidente di Epat Torino, Alessandro Mautino - sta pagando un carissimo prezzo con la chiusura ingiustificata di locali, bar e ristoranti, come fossimo degli untori. Diciamo basta con la mancanza di ascolto basta con l'essere considerati non essenziali basta con le difficoltà di accesso al credito e con l'assenza di una politica vera di programmazione e rilancio per le nostre categorie ”.
“Il governo – conclude Coppa - non deve far finta che non esistiamo, far finta che siamo settori secondari ad altri”.