Confcommercio Toscana: "L'Imu strangola le attività produttive"

Confcommercio Toscana: "L'Imu strangola le attività produttive"

"L'effetto combinato dell'incremento dell'aliquota base Imu, rispetto all'aliquota media Ici, e della rivalutazione dei moltiplicatori catastali sarà gravissimo per le famiglie e insostenibile per le attività d'impresa".

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15 giugno 2012

''Le attivita' produttive strangolate dall'Imu''. Lo denuncia Confcommercio Toscana, che fa alcuni esempi. A Firenze un piccolo bar del centro che pagava 1800 euro circa di Ici ad aliquota attuale per il 2012 andra' a pagare 3000 euro. Ad Arezzo con il nuovo calcolo Imu i due maggiori alberghi
passano da euro 22.000 a euro 42.000, e da euro 49.000 a euro 87.000. A Siena un negozio di 81 mq con garage, con rendita catastale di 983 euro passa dai 239 di Ici ai 488 di Imu. A Pistoia, nel centro storico, un immobile affittato uso negozio subisce un incremento del 76%. E un ufficio nella zona industriale passa da un Ici di 1.385 euro a un Imu di 2.406 euro, con un incremento del 74%. Nella provincia di Pisa per un immobile uso commerciale, ovvero un negozio di circa 25 mq
(rendita catastale rivalutata euro 483,99) si va dai 98 euro dello scorso anno ai 202 del 2012. ''Questi sono alcuni esempi dell'impatto deflagrante dell'Imu sugli immobili delle imprese''. I dati sono forniti dal direttore di Confcommercio Toscana Andrea Nardin. ''L'effetto combinato dell'incremento dell'aliquota base Imu, rispetto all'aliquota media Ici, e della rivalutazione dei moltiplicatori catastali sara' gravissimo per le famiglie e insostenibile per le attivita' d'impresa. E sto ancora parlando di Imu ad aliquota attuale. Se a settembre i comuni decidessero di applicare sugli immobili delle imprese l'aliquota massima -afferma Nardin- molti negozi e laboratori artigianali rischierebbero di chiudere. Particolarmente grave sarebbe l'applicazione dell'aliquota massima sulle strutture ricettive: gli hotel infatti hanno rendite catastali elevatissime rispetto, ad esempio, a qualsiasi altra attivita' produttiva manifatturiera''. ''Sono - conclude Nardin - cifre insopportabili rispetto ai fatturati''. Nardin conclude con un appello alle istituzioni locali. ''Per il piccolo commercio il primo trimestre del 2012 ha registrato un calo delle vendite senza precedenti; il turismo - pur con la sostanziale tenuta del 2011 - risente notevolmente della crisi, e in Toscana dovrebbe essere sostenuto con convinzione da politiche favorevoli all'impresa e non certo caricato con ulteriori balzelli. Chiediamo quindi con forza ai Comuni che nei nuovi regolamenti perl'applicazione dell'Imu si prevedano alcune misure che vadano a mitigare gli effetti distorsivi sulle piccole e medie imprese''. ''La stessa Fondazione Studi dell'Anci - ricorda Nardin - sostiene l'incoerenza di qualsiasi ipotesi di penalizzazione degli immobili e caso mai individua nella la facolta' per i Comuni e quindi l'opportunita' di una agevolazione per gli immobili dati in affitto o di quelli posseduti da imprese. Chiediamo dunque ai Comuni di ridurre alla meta' l'aliquota IMU attuale nel caso in cui abbia ad oggetto immobili relativi all'esercizio di attivita' d'impresa, arti o professioni. E' del resto nell'interesse di tutti impedire che le realta' economiche sul territorio chiudano i battenti, e tutelare e sostenere invece tutte le opportunita' di sviluppo''.

 

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