Confcommercio Umbria chiede alla Regione uno scatto in avanti

Confcommercio Umbria chiede alla Regione uno scatto in avanti

Il presidente Amoni invoca un cambio di passo sulla via delle riforme. Enti endoregionali, credito, rilancio dei consumi e turismo le priorità.

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6 marzo 2012

Anche Confcommercio Umbria leva la sua voce per invocare un cambio di passo e uno scatto in avanti alla Regione sulla via delle riforme. E lo fa spinta da un lato dal prezzo drammatico che le imprese dei settori rappresentati, in particolare del commercio, stanno pagando alla crisi, dall'altro dalla volontà di ribadire il proprio sostegno e la propria collaborazione rispetto ad ogni serio e coraggioso progetto di riforma delle politiche regionali che faccia giustizia di vecchi modi di gestire il potere e gli apparati. "La situazione economica in atto e l'arretramento progressivo della nostra regione - sottolinea il presidente di Confcommercio Umbria, Aldo Amoni - devono convincere le istituzioni e la classe politica ad abbandonare definitivamente modi di pensare e di fare che non potrebbero più essere spiegati se non nella logica inaccettabile dell'autoconservatorismo, del mantenimento di rendite di potere e di apparati generatori di consenso. Deve affermarsi un nuovo rapporto pubblico-privato, a partire dal capitolo decisivo delle riforme endoregionali, che non possono restare appese al palo, e sulle quali si gioca la credibilità delle istituzioni e della loro affermata voglia di cambiamento. Chi fa resistenza a questo processo si assume la responsabilità di difendere lo status quo, a discapito dell'apertura di nuove prospettive per la nostra economia e la nostra società". Accanto al capitolo riforme endoregionali, per Confcommercio Umbria ci sono tre altre priorità: credito, rilancio dei consumi, politiche integrate per il turismo. Anche queste un banco di prova su cui la Regione è chiamata a dare un segno di discontinuità rispetto al passato. "Le difficoltà di accesso alle risorse finanziarie per le imprese sono arrivate a livelli drammatici - espiega Aldo Amoni - per questo accogliamo con soddisfazione la convocazione del tavolo sul credito. Altra emergenza nelle emergenze sono le politiche per il rilancio dei consumi: quel sistema di impresa diffusa che ha garantito la tenuta dell'economia e dell'occupazione, oggi non ce la fa a reggere alla mancanza di prospettive. Non si contano le saracinesche abbassate ogni giorno, e i drammi che ci sono dietro. Le istituzioni hanno il dovere morale di liberare tutte le risorse possibili per destinarle al rilancio dell'economia e del potere di acquisto, ridando fiato al tessuto imprenditoriale. E altrettanta determinazione serve nel fare politiche integrate per il turismo".

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