Confcommercio Venezia: "diamo credito alla politica""

Confcommercio Venezia: "diamo credito alla politica""

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12 febbraio 2013

Valida da febbraio 2013 a gennaio 2018: è la carta di credito tascabile che le imprese di Confcommercio Unione Venezia hanno messo nelle mani dei candidati alle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. La consegna è avvenuta in occasione della tavola rotonda organizzata dalla Confcommercio provinciale al Laguna Palace Hotel di Mestre. Sul palco, a illustrare i loro programmi, c'erano i candidati veneziani Pierpaolo Baretta (Pd), Massimo Moro (Fli), Michele Zuin (Pdl), Marco Catto (Fare per Fermare il Declino), Arthur Carponi Schittar (Udc), Emanuele Prataviera (Lega Nord), Giulio Marcon (Sel), Roberto Pea (Fare per Fermare il Declino), Andrea Causin (Scelta Civica per Monti). In sala erano presenti, tra gli altri, Giorgio Santini (Pd), Marco Stradiotto (Pd), Michele Mognato (Pd), Enrica Pontello (Udc), Luigi Solimini (Sel), Mario Dalla Tor (Pdl). Denominatore comune dei loro interventi, l'alleggerimento della pressione fiscale sia sulle imprese che nelle buste paga dei dipendenti, con particolare riferimento all'Irap e all'Irpef. Massimo Moro di Futuro e Libertà, ha proposto di detassare le aziende che assumeranno giovani under 30, impegno espresso anche da Michele Zuin del Pdl, che ha proposto di porre un freno anche alla tassazione locale. Arthur Carponi Schittar (Udc) ha definito illusoria e demagogica la cancellazione dell'Imu puntando invece il dito contro un regime burocratico che, più che controllare, soffoca le imprese, e ha auspicato, dopo un doveroso rigore, l'allentamento dei cordoni del credito; Giulio Marcon (Sel) ha invocato uno stop agli sprechi come l'acquisto dei cacciabombardieri e il ponte sullo stretto di Messina, e prospettato invece un maggiore impegno verso le opere 'piccole', ma fondamentali: scuole più sicure e opere legate all'assetto idrogeologico del territorio. Roberto Pea (Fermare il Declino) ha invece lamentato una 'colpevole distrazione' della stampa verso i programmi politici, a favore di un'informazione più 'spettacolare': "Si parla tanto di cambiamento, ma poi chi fa informazione è ancora nel passato", ha detto in sostanza.
Andrea Causin (Scelta Civica con Monti) ha posto l'esigenza di un'azione forte verso il Parlamento europeo per arginare lo spopolamento dei centri storici derivante, anche, da un'interpretazione delle normative in tema di commercio e liberalizzazioni che vanno a danno delle piccole e medie imprese, e per non danneggiare ulteriormente il tessuto imprenditoriale turistico con l'effetto delle nuove norme sui canoni demaniali. Pierpaolo Baretta (Pd) ritiene necessaria una riforma del Patto di Stabilità, che impedisce ad esempio i pagamenti della Pubblica Amministrazione e il riuso del territorio; urgenti anche la modifica della riforma Fornero e la semplificazione fiscale. Porre l'impresa al primo posto, con un'attenzione al mercato del lavoro, è ciò che le imprese del commercio, del turismo e dei servizi hanno chiesto a gran voce. L'appello non è rivolto a un partito o a una coalizione in particolare, ma è diretto in generale alla politica: "Una volta ancora vogliamo dare credito alla politica perché affronti i problemi che ingessano l'economia e la società", recita il frontespizio della 'carta di credito' consegnata oggi ai politici. "Non si può fondare una legislazione fiscale sulla sfiducia dello Stato nei cittadini e nelle imprese - ha dichiarato il presidente di Confcommercio Unione Venezia Massimo Zanon - Non si può misurare la vita con spesometri e redditometri. Mi chiedo quando arriverà il creditòmetro dei debiti della Pubblica Amministrazione. Bisogna ridurre la pressione fiscale, anche per i dipendenti, attuare la trasparenza, inaugurare un fisco dal volto civile, che aiuti il Paese a investire il proprio Pil, al quale contribuiamo senza costi per lo Stato". Sul fronte del credito, l'appello è stato: rendere alla portata delle Piccole e Medie Imprese del territorio il sistema bancario e creditizio. "Le Pmi non sono figlie di una cultura imprenditoriale minore - ha sottolineato Zanon - Chiediamo di poter lavorare. Nel territorio e per il territorio, con e per la nostra gente". E poi la burocrazia, intesa come un freno a tutto. Non si tratta di dire no alle regole, ma di renderle più semplici per renderle solvibili. Ancora, i vizi di Stato e le pubbliche virtù: devono finire i superstipendi ingiustificati, le mega-liquidazioni altrettanto ingiustificate, gli automezzi e le auto di scorta senza motivo, le opere incompiute o mai iniziate. Ma pagate. Le spese strettamente... personali: "Tanto pago con i soldi della collettività, con la Citizen-card". E siccome anche l'occhio vuole la sua parte, e il turismo è fatto di sguardi sul paesaggio, Confcommercio dice basta con la cementificazione selvaggia, atto di masochismo per una provincia e una regione che mettono insieme meraviglie artistiche, bellezze paesaggistiche e una varietà di offerta senza pari. Infine, ma non ultimo, Confcommercio Unione Venezia ha puntato il dito contro le liberalizzazioni, che hanno reso più forti i grandi e indebolito i piccoli. "Qualcuno ha confuso la libera concorrenza con il libertinaggio economico - hanno detto i vertici di Confcommercio Unione Venezia - Concorrenza significa metter tutti in grado di concorrere, nonescludere a priori alcune imprese, che forniscono da sempre un servizio alla collettività in termini di vicinanza e sicurezza".

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