Consumi: anche a Parma prevale la prudenza

Consumi: anche a Parma prevale la prudenza

Secondo un'indagine sui consumi 2007 realizzata dall'Ascom Confcommercio provinciale, il 36,5 per cento dei commercianti ha registrato una sostanziale stabilità, mentre per il 41 per cento c'è stato un calo.

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7 marzo 2008

Consumi: anche a Parma prevale la prudenza

 

Famiglie prudenti e consumi sostanzialmente in linea con gli ultimi anni: questo, in estrema sintesi, il risultato che emerge dall'indagine sui consumi relativi al 2007 realizzata dal Centro Studi di Ascom Confcommercio di Parma.

Rispetto al 2006, il 36.5% degli intervistati ha registrato una sostanziale stabilità delle vendite, il 41% ha dichiarato di aver notato un calo dei consumi, solo il 16.4% coloro che invece hanno rilevato un aumento rispetto all'anno precedente. Scendendo nel dettaglio dei singoli settori, si registrano buoni risultati per le profumerie (il 25% dichiara un aumento delle vendite nel 2007) ma anche per radio tv ed elettrodomestici, ottici e orafi che mantengono vendite stabili (per oltre il 50% degli intervistati). Performance negative per il settore alimentari e mobili.

Per quanto riguarda i prodotti, in generale gli aumenti più significativi si sono registrati nelle vendite di prodotti firmati o garantiti dal marchio made in Italy, a conferma del fatto che il consumatore si dimostra attento alla qualità dei propri acquisti. Nell'abbigliamento, jeans e magliette restano i capi più richiesti; in tendenza opposta invece capi classici e piumini, complice anche un andamento climatico tutt'altro che invernale. Tra le oreficerie si conferma la tendenza degli ultimi anni ad acquistare meno oro, preferendo, per esempio, il design moderno dell'acciaio.

La ricerca prevedeva inoltre un focus sull'andamento delle vendite di dicembre in particolare durante il periodo natalizio.  Il risultato è un Natale meno roseo rispetto alle aspettative: più di un terzo degli intervistati ha registrato infatti un sensibile calo delle vendite rispetto agli stessi giorni del 2006. Affari stabili per il 46%, in aumento per il restante 16%.

Nello specifico, il 23.4% indica nella crisi generale dei consumi la principale causa di diminuzione delle vendite, segue la consapevolezza dei commercianti di un minor potere d'acquisto delle famiglie (16.4%) e infine la concorrenza della grande distribuzione (12.7%).

Parte della ricerca infine è stata infine dedicata ai saldi di fine stagione. Un inizio 2008 molto positivo per il 64% dei commercianti intervistati che ha registrato ottimi affari nei primi 15 giorni di saldi invernali. Solo il 4% ha venduto meno rispetto a gennaio 2006, vendite stabili per il restante 32%

"I risultati emersi dall'indagine – commenta Cristina Mazza, vice direttore dell'Ascom Confcommercio di Parma – si confermano in linea con quanto rilevato anche a livello nazionale: sono sempre di più i consumatori che aspettano gennaio, periodo di inizio saldi, per effettuare i propri acquisti. Maggiore prudenza e minor potere d'acquisto, dunque, sono segnali evidenti su cui riflettere che confermano le aspettative di recupero di spesa dei commercianti, a fronte di un andamento delle vendite natalizie in generale scarso e concentrato su articoli piccoli e di basso prezzo".

 

 

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