CONTRATTI: BOTTA E RISPOSTA TRA MARONI, CISL E UIL

CONTRATTI: BOTTA E RISPOSTA TRA MARONI, CISL E UIL

Il ministro del Welfare ha sottolineato che "se qualcuno ha cambiato idea lo dica". Pezzotta e Angeletti:"L'1,4% per noi è troppo basso".BILLE':"IMPOSSIBILE RIVEDERE L'INFLAZIONE PROGRAMMATA"

DateFormat

2 settembre 2002
Contratti: botta e risposta tra Maroni e Cisl

Contratti: botta e risposta tra Maroni, Cisl e Uil

 

"Se qualcuno ha cambiato idea lo dica chiaramente". Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, non usa mezze misure per replicare al segretario della Cisl Savino Pezzotta che ha sottolineato come sia necessario modificare il tasso d'inflazione programmata all'1,4% per fare rinnovi contrattuali che mantengano il potere d'acquisto dei salari. Per Maroni invece, "le trattative d'autunno sono per il rinnovo di contratti che riguardano sindacato e datori di lavoro e non il governo". "In tutti questi anni -ha sottolineato Maroni- il modo di comportarsi è stato quello di partire dal tasso d'inflazione programmata per poi recuperare l'inflazione. Questa è la politica dei redditi che è sempre stata seguita e se qualcuno non è più d'accordo lo dica chiaramente". Maroni ha invitato quindi esplicitamente il segretario della Cisl a dire "chiaramente che la politica dei redditi stabilita dagli accordi del '93 e del '98 venga disdetta". "Se non è così -ha concluso Maroni- si segue e si continua a seguire quella strada ma se invece qualcuno ha cambiato idea ce lo dica chiaramente". Immediata la controreplica del segretario della Cisl: "Noi non intendiamo assolutamente ritornare alla scala mobile. L'ho detto in mille modi. Ho solo fatto un'osservazione proprio partendo dall'accordo del 23 luglio del ‘93 che dice che il tasso d'inflazione programmata deve essere condiviso e che l'1,4% per noi è troppo basso. Tutto qui". Secondo il leader della Uil Angeletti "c'è il rischio che il governo

Berlusconi non rispetti gli accordi presi al momento della firma del "Patto per l'Italia", non riducendo le tasse e non concedendo gli aumenti salariali ai lavoratori, che oltretutto  servirebbero alla ripresa della nostra economia". "In ogni caso – ha ribadito Angeletti - quella dello sciopero generale non è la strada da percorrere". Secondo Angeletti, il tasso d'inflazione programmato all'1,4% è "irrealistico".

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca