Arco alpino, convegno a Bruxelles: “percorso a ostacoli per le merci italiane e l’economia europea, urgente l’intervento comunitario”
Arco alpino, convegno a Bruxelles: “percorso a ostacoli per le merci italiane e l’economia europea, urgente l’intervento comunitario”
“Arco alpino, un percorso a ostacoli che frena l’economia europea. La Commissione Ue intervenga urgentemente: il momento è delicato, con gli agricoltori che protestano in tutta Europa contro le follie green e una tensione che potrebbe espandersi ad altri settori”. Così Paolo Uggè, presidente di Fai-Conftrasporto, la Federazione degli autotrasportatori Italiani, in occasione del convegno svoltosi il 31 gennaio scorso a Bruxelles dal titolo “L’Europa e le Alpi, come mantenere una regione cruciale al centro delle politiche dell'Ue al Parlamento europeo a Bruxelles”, con il vicepremier Matteo Salvini.
“L’attraversamento dell’arco alpino è fondamentale per l’economia italiana ed europea. Il totale dell’import/export del nostro Paese – ha spiegato Uggè – ammonta a 1 miliardo e 286 milioni di euro e a 466 milioni di tonnellate di merce, l’85% delle quali va verso i Paesi dell’Ue via strada. Il 42% degli scambi italiani con l’Ue vede il 47% uscire dal nordovest, il 52% dal Nordest, e il solo Brennero vale 130 miliardi di euro di valore in merce. Se pensiamo che l’economia europea è basata sulla consegna in tempo reale, capiamo bene che quando le merci non arrivano in tempo sui mercati, è tutta l’economia europea a rimetterci”.
“Oggi quel flusso viaggia a intermittenza: il Frejus è chiuso, il Monte Bianco prevede una chiusura semestrale per manutenzione per i prossimi 18 anni, il Gran San Bernardo ha limitazioni notturne, il Gottardo è chiuso fino a settembre 2024, il Brennero continua a introdurre limitazioni. Eppure – ha incalzato Uggè – se l’Italia avesse la medesima accessibilità della Germania, aumenterebbe il Pil del 17%”.
“Le reti Ten sono gli strumenti attraverso i quali l’intera Europa si connette: la loro realizzazione è di fondamentale importanza. Ma sulla capacità di collegamento dell’Italia con il sistema economico europeo – ha proseguito il presidente Fai-Conftrasporto – pesano gli effetti del Protocollo dei Trasporti delle Alpi, che ha aggravato la situazione anziché migliorarla. In tutto questo, la Commissione europea, pur sensibilizzata, non interviene, e questo non è più consentito”.
“In un’economia europea che deve crescere e competere con le altre economie del mondo dev’essere garantito il principio fondamentale della libera circolazione di merci e persone. Appoggeremo ogni azione del Governo e del ministro dei Trasporti che vada in questa direzione”, ha concluso il presidente Fai-Conftrasporto.