CRISI BANCHE: L'EUROPA IN "TRINCEA"

CRISI BANCHE: L'EUROPA IN "TRINCEA"

Il vertice straordinario dell'Eurogruppo, riunitosi a Parigi domenica, ha stabilito che i quindici Paesi della zona euro garantiranno i prestiti interbancari e la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà.

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13 ottobre 2008
Crisi banche: l’Europa in “trincea”

Crisi banche: l’Europa in “trincea”

 

Il vertice straordinario dell’Eurogruppo, riunitosi a Parigi domenica, ha stabilito che i quindici Paesi della zona euro garantiranno i prestiti interbancari e la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà. L’accordo è flessibile, nel senso che ogni Paese deciderà in concreto come porre in atto queste garanzie. In particolare verranno varate misure straordinarie contemporaneamente dai Consigli dei Ministri di Italia, Francia, Austria e Germania. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha espresso l'auspicio che misure analoghe vengano adottate da tutti i Paesi dell'Unione Europea: oggi ne parleranno in Lussemburgo i ministri degli Esteri dell’Ue, in vista del vertice fissato per mercoledì e giovedì a Bruxelles. L’Unione Europea chiederà inoltre agli Stati Uniti di organizzare un vertice internazionale per definire una riforma complessiva del sistema finanziario globale. Tra le misure approvate, ha spiegato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, c'è la sospensione del mark to market: “Con le decisioni prese oggi si sospende la regola del mark to market, secondo cui le aziende dovevano abbattere il valore patrimoniale in bilancio e possono rimanere sui valori precedentemente dichiarati”. “Gli Stati membri devono agire in un quadro comune, coordinando le loro azioni. - ha detto nella conferenza stampa finale il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso - Crediamo che sia molto importante assicurare questa coerenza, anche con i Paesi membri che non fanno parte della zona euro, come il Regno Unito, per restaurare la fiducia nei mercati”. “I governi daranno garanzie pubbliche per il rifinanziamento del sistema bancario”, ha confermato Nicolas Sarkozy al termine del vertice di Parigi. Il rifinanziamento delle banche sarà “limitato” alla fine del 2009 e “alle condizione di mercato”, ha aggiunto Sarkozy specificando che “ogni Paese membro potrà rafforzare il capitale delle proprie banche”. “Bisogna ridare liquidità alle banche, perché diano finanziamenti a medio termine, soprattutto alle famiglie e alle piccole imprese: per questo stiamo varando questo piano, che tutti i paesi applicheranno, anche se con flessibilità”, ha sottolineato Sarkozy. Il presidente francese ha ammesso che gli 'Euroquindici' si sono divisi sulle cifre del piano europeo anticrisi, riferendo che alla fine saranno annunciate singolarmente domani dai governi nazionali. “Abbiamo discusso tra di noi per annunciare delle cifre, in modo da dare credibilità al piano”, ha detto Sarkozy, spiegando che alla fine ci si è limitati a fissare dei principi che saranno messi in pratica domani dai governi nazionali, in maniera concertata. “Il tempo delle cifre è domani”, ha aggiunto il capo dell'Eliseo. “Non faremo regali alle banche - ha sottolineato Sarkozy - Gli stati faranno pagare gli interventi al loro giusto prezzo. I management che falliscono saranno messi da parte, non dovranno avvantaggiarsi da questo piano”.
 Il premier Berlusconi ha spiegato che in Italia non ci saranno ricapitalizzazioni: “Riteniamo che dopo Unicredit non appaia oggi la necessità di ulteriori ricapitalizzazioni”. Il presidente del Consiglio si è mostrato ottimista sulla situazione italiana: “La nostra posizione è ottimale, molto meglio degli altri Paesi”. Berlusconi si è detto fiducioso sulla reazione del mercato al piano dell'Eurogruppo: “Immagino che i mercati possano prendere atto e che i provvedimenti decisi oggi possano ridare fiducia agli investitori”. Analogo auspicio è stato espresso dal premier inglese Gordon Brown, che non ha partecipato al vertice, non facendo parte dell’Eurogruppo, ma ha incontrato poco prima il presidente Sarkozy: “In pochi giorni tornerà la fiducia nel sistema bancario”, ha detto, lasciando l’Eliseo.

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