Dal G20 ultimatum alla Grecia. E l'Italia faccia presto...

Dal G20 ultimatum alla Grecia. E l'Italia faccia presto...

Anche se il referendum sembra scongiurato, i Grandi chiedono alla Grecia l'ok al piano imposto al Paese pena il congelamento della sesta tranche di aiuti. Nel mirino anche i Paesi a "rischio domino" come l'Italia.

DateFormat

2 novembre 2011

Il G20 non molla la presa sulla Grecia: l'ultimatum lanciato ad Atene sembra essere riuscito a scongiurare il fantasma del referendum, anche a costo di una vera e propria crisi del governo ellenico. Ma ora serve anche l'ok al piano imposto al Paese, pena il congelamento della sesta tranche di aiuti. Ma serve anche - hanno ribadito i Grandi nel primo giorno di un vertice di 'passione' proseguito anche in tarda serata per un focus su Eurolandia - che altri Paesi, prima tra tutti l'Italia, rispettino le promesse e le misure, come quelle portate da Berlusconi che è tornato ad
assicurare il rispetto dei conti e la crescita. A Cannes nel mirino i Paesi a rischio 'domino' - Italia e Spagna in prima linea - ma anche la necessità di rilanciare quella crescita forte, duratura e sostenibile, su cui i Grandi della Terra puntano e si preparano a sostenere con un 'piano in sei
punti'. Senza dimenticare di mettere a disposizione di un sistema ormai alle corde nuova potenza di fuoco, con nuove linee di credito a disposizione dell'Fmi. Tornando a discutere anche di Tobin Tax.
Nel vertice di Cannes ha continuato a tenere banco il 'convitato di pietra' greco mentre i Grandi hanno discusso se inserire o meno nel comunicato finale, che riconosce un peggioramento della
crisi e propone un piano d'azione per la crescita, le esortazioni e gli impegni alla Cina a modificare il tasso di cambio e a ridurre gli squilibri. Un accordo, dopo l'impasse registrata nello scorso vertice finanziario a Parigi, sembra essere stato trovato sull'aumento delle risorse dell'Fmi su base volontaria da parte dei Brics in modo da fare fronte ai maggiori impegni per sostenere l'Europa e disporre di una rete di sicurezza per i Paesi sotto attacco dei mercati, ipotesi questa emersa nei
giorni scorsi. Spiragli anche sul fronte della tassa sulle transazioni finanziarie, fortemente voluta dal presidente francese Nicolas Sarkozy. La marcia indietro del premier greco Papandreou sul
referendum quindi non cambia l'atteggiamento di fermezza dell'Europa e del duo franco-tedesco secondo cui l'Unione e l'euro possono fare a meno della Grecia e anzi non si possono permettere attacchi alla stabilità della moneta unica. ''Quelli che contano sono i fatti'', ha sintetizzato a fine giornata la cancelliera tedesca Angela Merkel secondo cui rimane in piedi il monito della vigilia ad Atene: ''decidere in fretta se accettare o meno il piano'' Ue pena il mancato arrivo della sesta tranche di aiuti, liquidità senza la quale la Grecia si troverebbe con le casse vuote a metà dicembre, come segnalato da un preoccupato ministro delle finanze della Grecia Venizelos. Ma per Sarkozy il
messaggio ''ha fatto prendere coscienza'' ai greci. Nella bozza del piano di azione allo studio del G20 si parla di una 'economia globale che è entrata in una nuova e difficile fase'' con una ''domanda
globale che si è indebolita, rischi di ribasso in crescita e calo della fiducia''. Per questo si mette in atto un piano in sei punti che punti anche ricostruire la stabilita' del settore finanziario e bancario. ''Questo - spiega la bozza - deve essere adeguatamente capitalizzato e avere sufficiente accesso alla raccolta. Le banche centrali continueranno a fornire la liquidità necessaria ali istituti di credito. I Paesi si impegnano poi a portare avanti un mix di misure di bilancio e monetarie per assicurare la ripresa.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca