Dall'Unione Alto Adige ok al Redditometro

Dall'Unione Alto Adige ok al Redditometro

Nell'introduzione del nuovo sistema di rilevamento deliberato il 17 agosto scorso dalla Giunta provinciale l'Unione vede soprattutto il vantaggio di un alleggerimento della burocrazia a carico di imprese, imprenditori e privati.

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23 agosto 2010
L’ideazione e l’applicazione del cosiddetto “Redditometro”, deliberata il 17 agosto scorso dalla Giunta provinciale, è stata a

L’ideazione e l’applicazione del cosiddetto “Redditometro”, deliberata il 17 agosto scorso dalla Giunta provinciale, è stata accolta con favore dall’Unione commercio turismo servizi Alto Adige. “Questo modello – spiegano Dado Duzzi e Werner Frick, rispettivamente vicepresidente e direttore dell’Unione – è un buon esempio dei risultati raggiunti da un dialogo costruttivo e dall’accordo tra le parti sociali”. Nonostante entrambe le parti mantengano alcune riserve, è stato infatti possibile ottenere un buon compromesso, grazie anche ad un’intelligente gestione del confronto da parte dell’assessore provinciale competente Richard Theiner.

Nell’introduzione del nuovo sistema di rilevamento l’Unione vede soprattutto il vantaggio di un alleggerimento della burocrazia a carico di imprese, imprenditori e privati. Per i diversi usi previsti dalla pubblica amministrazione, infatti, non sarà più necessario produrre ogni volta nuovi documenti e valutazioni attestanti il proprio reddito e patrimonio personale: i dati saranno consultabili da un unico archivio centralizzato. Il sistema sarà inizialmente applicato nell’ambito del settore socio-sanitario. “In questa fase – ricorda Frick – sarà utile raccogliere quell’esperienza concreta necessaria in un secondo momento ad apportare le correzioni occorrenti. Lo stesso modello potrebbe poi trovare applicazione anche in altri ambiti, ad esempio nel settore formativo, in relazione all’elargizione di borse di studio”.

Decisivo, per l’Unione, sarà l’introduzione graduale del nuovo sistema all’interno dei vari settori, in maniera tale da evitare che le famiglie, che si trovassero a godere di un seppur minimo incremento delle proprie entrate, siano radicalmente e improvvisamente escluse dal godimento di tutti gli incentivi sociali. “Un’eventualità simile – chiarisce in conclusione Duzzi – sarebbe assai negativa per il ceto medio e i nuclei familiari, andando a colpire la disponibilità di aumentare il proprio rendimento”.

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