Decreto "Fare bis", da Fimaa no all'incompatibilità

Decreto "Fare bis", da Fimaa no all'incompatibilità

La possibile revisione del regime di incompatibilità sarebbe "un danno al consumatore perché ridurrebbe il grado di professionalità degli operatori esistenti e aprirebbe l'esercizio dell'attività di agente immobiliare anche a numerosi soggetti privi della necessaria formazione e professionalità".

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13 settembre 2013

"Un danno al consumatore perché ridurrebbe il grado di professionalità degli operatori esistenti ed inoltre aprirebbe l'esercizio dell'attività di agente immobiliare anche a numerosi soggetti privi della necessaria formazione e professionalità, in un momento di forte contrazione del mercato". E' la posizione di Fimaa sulla possibile revisione nel Decreto Fare del regime di incompatibilità limitandolo unicamente alle attività esplicate in settori o per prodotti o servizi coincidenti, affini, contigui o attinenti a quelli in cui sia esercitata l'attività di mediazione. Per il presidente Valerio Angeletti, "è necessario porre all' attenzione del Governo come una liberalizzazione massiccia della professione sia  un grave rischio in grado di compromettere le competenze dell'intero comparto della mediazione.La nostra tutela non è solo a favore del settore che rappresenta, ma è volta anche a quella del consumatore - che con il mediatore si relazione direttamente - ed in tale ottica Fimaa si batte da sempre per il miglioramento qualificativo e formativo della categoria". "Ciò che è necessario - ha concluso Angeletti - è un'apertura della professione ad attività strumentali ad essa che mettano in condizione l'agente immobiliare di offrire più servizi con la stessa competenza, consentendo ad esempio  la gestione di beni immobili e dei servizi ad essa connessi ed anche, come già più volte ribadito, la possibilità per gli agenti immobiliari di segnalazione nei confronti dei mediatori creditizi".

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