Il decreto fiscale è legge

Il decreto fiscale è legge

Dalla Camera è arrivato l’ok definitivo. Tra le novità più importanti la conferma della rateizzazione del secondo acconto Irpef per le partite Iva e la riapertura fino al 12 dicembre del termine per il concordato preventivo biennale.

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5 dicembre 2024

La Camera ha approvato in via definitiva (151 sì, 111 no e 4 astensioni) il decreto fiscale scale su cui il governo aveva posto la questione di fiducia. Tra le novità più importanti la conferma della rateizzazione del secondo acconto Irpef per le partite Iva e la riapertura fino al 12 dicembre del termine per il concordato preventivo biennale. Inoltre, raddoppia la platea di quanti potranno usufruire del cosiddetto Bonus Natale e viene riservata una ‘una tantum’ da 100 euro ai lavoratori dipendenti con reddito fino a 28mila euro. Via libera anche al payback sanitario farmaceutico e a fondi per il programma RFI, per il servizio civile universale e per il rifinanziamento di Ape sociale 2024. Approvato, infine, uno stanziamento di 4 milioni in favore di Roma Capitale per il Giubileo. Ma entriamo nel dettaglio delle misure.

RATEIZZAZIONE SECONDO ACCONTO IRPEF. Anche per quest'anno i titolari di partita Iva potranno versare il secondo acconto Irpef posticipato a gennaio 2025 oppure a in cinque rate a partire dallo stesso mese. Per il solo periodo di imposta 2024, i contribuenti titolari di partita Iva, che nell'anno precedente hanno dichiarato ricavi o compensi non superiori a 170mila euro, effettuano il pagamento del secondo acconto Irpef, con esclusione dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi assicurativi Inail, "entro il 16 gennaio dell'anno successivo, oppure in cinque rate mensili di pari importo, a decorrere da gennaio, aventi scadenza il 16 di ciascun mese".

RIAPERTURA CONCORDATO. Per aderire al concordato preventivo biennale c'è tempo fino al 12 dicembre per i contribuenti che hanno attività d'impresa, arti o professioni che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro il termine del 31 ottobre 2024 e, pur avendone i requisiti, non hanno aderito. Il governo vorrebbe usare le risorse del concordato per abbassare il secondo scaglione Irpef dal 35% al 33% per aiutare il ceto medio ma l'obiettivo non appare semplice. Con la prima tranche del concordato sono stati raccolti circa 1,3 miliardi, per un ritocco dell'aliquota servirebbero però almeno 2,5 miliardi. In alternativa l'esecutivo starebbe pensando di posticipare la misura ad un successivo Dl da varare ad inizio del nuovo anno.

BONUS NATALE. È stata ampliata la platea per il contributo da 100 euro erogato contestualmente alla tredicesima che spetta ai lavoratori dipendenti con reddito complessivo nel 2024 non superiore a 28mila euro. Il lavoratore deve avere almeno un figlio a carico, anche se nato fuori dal matrimonio, riconosciuto, adottivo, affidato. Il contributo viene riconosciuto anche al nucleo monogenitoriale in cui l'altro genitore è deceduto, non ha riconosciuto il figlio nato fuori del matrimonio o nel quale il figlio è stato adottato da un solo genitore. Per ottenere il bonus i lavoratori devono presentare una richiesta scritta al proprio datore di lavoro, dichiarando di soddisfare i requisiti e indicando i codici fiscali dei familiari a carico. Il datore di lavoro, in qualità di sostituto d'imposta, erogherà il bonus e potrà recuperare l'importo tramite credito d'imposta.

RITOCCHI AL 2 X 1000. Dopo le perplessità fatte filtrare dal Quirinale, non è stata approvata la riformulazione del governo dell'emendamento che proponeva una riforma del meccanismo d ifinanziamento dei partiti politici. Passa invece l'emendamento, presentato dal Pd e da Avs, che aumenta di 3 milioni di euro per il 2024 la dote da distribuire ai partiti politici, sulla base delle scelte del 2x1000 dell'Irpef dei contribuenti, con una crescita da 25 a 28 milioni di euro.

PAYBACK SANITARIO. Viene modificato il riparto del payback farmaceutico, venendo incontro alle richieste delle Regioni. L'Aifa determinerà, entro il 31 ottobre dell'anno successivo a quello di riferimento, la quota del ripiano attribuita ad ogni azienda farmaceutica titolare di Aic, ripartita per ciascuna Regione al 50% secondo il criterio pro capite e al 50% variabile in proporzione ai rispettivi superamenti dei tetti di spesa.

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