Digital divide: in ritardo le imprese campane

Digital divide: in ritardo le imprese campane

Secondo i dati regionali della ricerca "Il Digital Divide nella micro e piccola impresa", presentati a Napoli da Assintel e Confcommercio Campania, la penetrazione del PC fra le locali imprese del terziario è molto inferiore alla media nazionale.

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3 dicembre 2007
Micro e piccole aziende del terziario: i dati sul divario digitale campano

Digital divide: il ritardo delle imprese campane  

 

Il 60,5% delle aziende campane attive nei settori del commercio al dettaglio, del

commercio all’ingrosso, dei pubblici esercizi e dei servizi possiede almeno un pc;

il 47,3% ha un accesso ad internet e il 42,9% utilizza un server. E’ quanto emerge

dalla ricerca “Il Digital Divide nella micro e piccola impresa italiana�, i cui dati regionali sono stati presentati a Napoli, in collaborazione con Assintel (Associazione nazionale delle imprese ICT) e Confcommercio Campania. La ricerca è stata realizzata da Freedata attraverso un’indagine campionaria che ha complessivamente coinvolto in Italia più di 3.300 micro e piccole imprese, rappresentative di  oltre 2.200.000 aziende. La penetrazione del PC fra le imprese del terziario campano è significativamente inferiore alla media nazionale (60,5% contro il 73,8% a livello Italia e addirittura l’89% per la Lombardia), e in linea ai valori del Sud Italia (59,8%). Ne soffrono soprattutto le micro imprese, il 47,9% delle quali è senza PC. Il dato è di particolare rilevanza numerica, in quanto le ditte individuali costituiscono il 73,2% delle aziende target. Il valore sale all’aumentare della dimensione aziendale: oltre il 90% delle imprese oltre i 10 addetti hanno almeno un PC. Le aziende del Commercio all’ingrosso sono le più informatizzate: il 100% di esse possiede almeno un computer. Seguono i Servizi (89,5%), e a grande distanza i Pubblici esercizi (49,3%) e i commercianti al dettaglio (35,9%). Anche l’accesso ad internet, di conseguenza, segue questa dinamica: il 47,3% delle aziende accede al web, peggio della media del Sud Italia (55,2%) e di quella nazionale (68,7%). Il confronto con la Lombardia, la regione più tecnologica, evidenzia maggiormente il gap campano: -41,3%.

All’interno di ogni settore merceologico sono state individuate tre tipologie di

imprese - rispettivamente low-tech, medium-tech e high-tech - sulla base

dell’osservazione delle principali differenze che ne caratterizzano il livello di

dotazione tecnologica. Le aziende low tech in Campania sono il 53,4%: in esse il PC è ancora poco presente o addirittura assente e la tecnologia è utilizzata in modo marginale. Il valore è migliore di quasi 4 punti rispetto a quello medio del Sud (57%), ma nettamente peggiore se confrontato con la media nazionale (44,2%). Le aziende medium-tech sono il 35,8%: la tendenza è ancora la medesima, 7 punti meglio della media del Sud (28,3%) ma 8 punti in meno del totale Italia (43,2%). Le aziende high tech sono il 10,8%, contro un 14,7% della media delle regioni meridionali e un 12,7% riferito al totale Italia.

Entrando nel dettaglio della dotazione tecnologica dei singoli settori merceologici,

è possibile rilevare una netta distinzione fra due settori tecnologicamente molto

avanzati, il Commercio all’ingrosso e i Servizi, e una preoccupante situazione di

arretratezza del Commercio al dettaglio e dei Pubblici esercizi: in Campania è low

tech il 73,7% dei commercianti al dettaglio e il 61% dei Pubblici esercizi. “Il divario digitale â€" afferma Maurizio Maddaloni, presidente di Confcommercio Campania -  è una vera palla al piede per lo sviluppo dell'economia locale. I dati contenuti nell'indagine, per quanto riguarda il Mezzogiorno, non sono incoraggianti. Eppure il computer, e l'utilizzo professionale dello stesso, è irrinunciabile e rappresenta l'unico e insostituibile strumento di lavoro. E il pericolo di questo divario, è la fuga in avanti solo di chi può governare la tecnologia e applicarla allo sviluppo economico e socialeâ€�. Per l'assessore regionale all'Innovazione e  Ricerca scientifica Teresa Armato: “A breve sarà avviato un protocollo d'intesa con Confcommercio per realizzare progetti comuni sulla formazione. Il divario digitale â€" aggiunge l'assessore â€" è evidente nella nostra regione ma circa l'80 % delle amministrazioni comunali sono all'interno di reti informatiche e, attraverso fondi Ue, abbiamo finanziato già più di 500 Pmi campane nei settori tessile e agroalimentare. La banda larga inoltre è già una realtà in molti aree e il metadistretto informatico di San Giorgio del Sannio, rappresenta un modello che sarà riprodotto per realizzare sistemi integrati di imprese che operano nel campo dell'Ict e dell'innovazioneâ€�.

 

 

 

 

 

 

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