Caro energia: dal governo 6 miliardi per sostenere famiglie e imprese. Confcommercio: “Direzione giusta ma bisogna fare di più”

Caro energia: dal governo 6 miliardi per sostenere famiglie e imprese. Confcommercio: “Direzione giusta ma bisogna fare di più”

Il Cdm ha approvato il cosiddetto decreto bollette. Ottocento milioni nel 2022 per gli incentivi auto. Draghi: “Messi in campo quasi 8 miliardi di euro senza ricorrere a nuovi scostamenti di bilancio". 

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25 febbraio 2022

Da Palazzo Chigi è arrivata una risposta forte alle richieste di sostegno del mondo produttivo italiano per fronteggiare il caro energia. L’approvazione all’unanimità del dl bollette mette a disposizione risorse importanti e il presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato l’importanza delle decisioni assunte dall’esecutivo. "Sono in arrivo 8 miliardi per l'energia senza scostamenti di bilancio. Il governo vuole intervenire fin da ora per evitare che il rincaro dell'energia si traduca in un minor potere di acquisto delle famiglie e in una minore competitività delle imprese". “Dopo gli interventi delle scorse settimane – ha proseguito Draghi - ampliamo le misure sulle bollette e interveniamo in modo strutturale sulla produzione del gas italiano e per semplificare l'istallazione di impianti di energia rinnovabile. Al riguardo, arriveranno oltre 500 milioni per le imprese gasivore nostrane”. "L'obiettivo - ha spiegato il presidente del Consiglio - è rilanciare una crescita equa e sostenibile e affrontare il mercato del lavoro, combattendo la precarietà".

Non solo energia. Il governo ha anche dato il via libera a "un fondo da un miliardo l'anno a sostegno dell'industria dell'automobile e della sua filiera che sono al centro della transizione energetica in corso", ha spiegato il premier. A preoccupare Draghi, però, c'è la situazione internazionale: "Siamo ancora in un rallentamento della crescita in Europa, secondo le previsioni, riprenderà spedita dal secondo trimestre di questo anno, bisogna essere cauti perché i rischi geopolitici potranno incidere sulla crescita".

 

Franco: “Il decreto sostiene l’economia in una fase difficile”

Il ministro dell’Economia Daniele Franco, ha illustrato i contenuti del decreto approvato dal governo. "L'intervento su famiglie e imprese supera i 5 miliardi e mezzo ma a questo si associano interventi volti a sostenere regioni e comuni nel gestire il problema del costo dell'energia". ''Nel secondo trimestre dell'anno, secondo le stime Arera, la bolletta energetica dovrebbe aumentare rispetto l'anno prima di circa 14-15 miliardi e noi interverremo con altri 5 miliardi e mezzo'', ha spiegato il ministro. ''Stiamo via via incrementando la percentuale di compensazione a carico della finanza pubblica - ha aggiunto Franco - perché dobbiamo assolutamente evitare che l'impatto dell'aumento dei costi dell'energia sia troppo negativo sulla nostra economia, anche avendo a mente la competitività delle nostre imprese''. "Questo decreto - ha concluso Franco - ha l'obiettivo di sostenere l'economa in questa fase difficile, abbiamo una performance molto positiva nel 2021, vediamo ora un rallentamento dell'attività economica in Italia e negli altri Paesi che hanno toccato un picco molto molto elevato. Sono scesi rispetto a dicembre ma restano a livelli molto elevati rispetto a un anno fa”.

Confcommercio: "Misure che vanno nella giusta direzione, ma non ancora sufficienti"

Commentando i contenuti del cosiddetto decreto bollette, Confcommercio sottolinea che “le misure volte a mitigare gli incrementi dei prezzi dell’energia elettrica e del gas, adottate dal Governo, con il decreto legge varato ieri dal Consiglio dei Ministri, vanno nella giusta direzione, ma non sono ancora sufficienti. Bene, infatti,  la riduzione degli oneri generali di sistema, sia per le imprese che per le famiglie, così come le norme per incrementare la produzione e l'estrazione di gas dai siti nazionali e per snellire le procedure per l’installazione di impianti offshore e a fonti rinnovabili". "Tuttavia- prosegue la nota della Confederazione- tali interventi non sono ancora in grado di bilanciare adeguatamente l’impatto dei rincari in bolletta e di  risolvere strutturalmente i nodi che attanagliano il nostro sistema energetico”. 

Resta, quindi, confermata - osserva Confcommercio - la necessità di un piano d’azione più ampio e strutturale per  contenere l’eccessiva dipendenza della provvista energetica del Paese dalle forniture estere e per affrontare in modo  organico anche il nodo degli oneri generali di sistema, il cui costo - stimato per il 2022 in quasi 17 miliardi di euro - è oggi posto a carico di famiglie ed imprese. Un piano che si misuri anche con l’esigenza del riordino della fiscalità energetica: dalla riduzione dal 22% al 10% dell’IVA sui consumi elettrici delle imprese del terziario di mercato - allineandola così a quella attualmente prevista per gli altri settori produttivi e per le famiglie - all’esclusione degli oneri generali di sistema dall’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto  ed alla riduzione del peso delle accise”.  

Si mettano, inoltre, in campo - prosegue Confcommercio - misure per compensare gli impatti negativi dell’aumento dei prezzi dei carburanti su tutta la filiera del trasporto e della logistica, a cominciare dall’autotrasporto che attende risposte urgenti dal Governo. Bene l’intervento pluriennale dedicato alla filiera automotive. Si tratta ora di tradurlo in un corposo sostegno al rinnovo sostenibile di tutto il parco circolante”.

“In generale - conclude Confcommercio - servono misure regolatorie che assicurino mercati concorrenziali, prezzi accessibili, sostenibilità ambientale e sociale degli investimenti e sicurezza dell'approvvigionamento, supportando un modello di transizione energetica che consenta di tenere insieme innovazione tecnologica, rispetto dell'ambiente e benefici occupazionali ed economici per cittadini ed imprese"

 

Assomusica: “presidente Draghi, anche noi siamo stanchi”


Al termine del Consiglio dei Ministri che ha varato una serie di misure economiche per contrastare il caro bollette, il presidente del Consiglio ha fatto importanti dichiarazioni sulla possibilità di definire le tempistiche per le riaperture, lasciandosi finalmente alle spalle le restrizioni. Apprezzamento da parte del presidente di Assomusica, Vincenzo Spera, che sottolinea l’esigenza di “una completa riapertura anche per il settore della musica popolare contemporanea. In numerose audizioni, in Parlamento e con il ministro Franceschini, abbiamo chiesto a nome dell’intera filiera una chiara roadmap per garantire la piena operatività della stagione estiva dei concerti di musica popolare contemporanea. In tale direzione abbiamo anche sollecitato un incontro con il ministro Speranza per toccare questo tema e ribadire che alla luce delle riaperture di quasi tutte le attività, non possiamo continuare a restare chiusi come abbiamo fatto fin ora nel rispetto delle restrizioni e del pubblico. Anzi, abbiamo elaborato protocolli di sicurezza per il pubblico e abbiamo saputo dimostrare che non si sono verificati casi o focolai di Covid 19 nei pochi spettacoli resisi possibili in questi due anni, ma adesso urge riprendere con i concerti live”.

La situazione dello spettacolo dal vivo parla di oltre 250mila famiglie che rischiano di non avere uno stipendio, di maestranze passate ad altri settori come l’edilizia e di indotto turistico praticamente azzerato.

“Nel riconoscere lo sforzo che il ministero della Cultura ha sempre fatto, prevedendo numerose misure di ristoro”, Spera conclude evidenziando che “la situazione di discriminazione del settore live sta diventando insostenibile se non avremo a brevissimo date certe e norme chiare per affrontare la stagione primaverile ed estiva il settore del live rischia il collasso”.

 

Ugo Da Milano

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