E' una Finanziaria che deprime l'economia

E' una Finanziaria che deprime l'economia

Il prelievo complessivo, secondo il Centro Studi, non ammonta ai poco meno 11 miliardi segnalati dal Governo, bensì a circa 22 miliardi che arrivano addirittura ad oltre 24 tenendo conto dei mancati trasferimenti agli Enti locali.

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18 ottobre 2006
E’ una Finanziaria che deprime l’economia

E’ una Finanziaria che deprime l’economia

 

Il recente disegno di legge Finanziaria, presentato dal Governo da qualche settimana e sottoposto all’esame del Parlamento, si articola su una corposa manovra di politica fiscale, diretta per una parte alla correzione dell’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, e per la rimanente parte sotto forma di misure di sostegno alla crescita e allo sviluppo.

Sul piano quantitativo, l’entità della manovra è considerevole: si tratta di quasi 35 miliardi di euro, seconda per dimensione solo a quella del 1992.

Con molta enfasi, il Governo ha sottolineato che questi provvedimenti consentono di realizzare simultaneamente tre ambiziosi obiettivi: rigore, equità e sviluppo, reperendo le risorse attraverso un sensibile recupero di efficienza nell’attività di riscossione dei tributi e destinando buona parte di queste risorse allo sviluppo.

In realtà, gli incrementi del gettito tributario e contributivo sono rilevanti.

 

Le Maggiori Entrate Della Manovra Nella Finanziaria 2007

(miliardi di euro correnti salvo diversa indicazione)

 

Governo

Banca

d’Italia

Isae

Conf-commercio

Revisione IRPEF, successioni, redditi da capitale, etc.

3,9

3,4

3,2

3,9

Aumento efficienza entrate (evasione/elusione, studi di settore, etc.) (1)

-

7,7

7,8

5,3

EE.LL. (vincolo sui saldi, compartecipazione IRPEF, imposta di scopo, etc.) (2)

-

-

-

2,2

Sanità (compartecipazioni, aumenti IRAP/IRPEF, etc.)

1,8

0,1

0,1

1,8

Aumento aliquote contributive (artigiani e commercianti, parasubordinati, etc.)

5,1

4,8

4,4

5,1

Conferimento all'Inps del TFR inoptato

-

6,0

6,0

6,0

Totale prelievi

10,8

22,0

21,5

24,3

 Meno: risorse per riduzione cuneo fiscale e altre minori entrate

5,5

5,3

4,7

5,5

PRELIEVO NETTO

5,3

16,7

16,8

18,8

 

 

 

 

 

Totale risorse al netto cuneo fiscale

29,2

29,4

30,0

29,2

Prelievo netto in % delle risorse

18,2

56,8

55,9

64,4

PIL a prezzi correnti 2007 (3)

1.510,2

1.510,2

1.510,2

1.510,2

Prelievo netto in % del PIL 2007

0,4

1,1

1,1

1,2

Pressione fiscale (in % del PIL) (4)

41,4

42,1

42,1

42,2

(1) Il dato CONFCOMMERCIO è la stima di 3,3 mld. per studi di settore e 2,0 mld. come reale recupero evasione/elusione.

(2) I tagli ai trasferimenti vengono in parte compensati con aumenti della capacità impositiva degli EE.LL.

(3) Si è assunto il livello del PIL nominale stimato dal Governo nella RPP 2007.

(4) La pressione fiscale a seguito della manovra è ottenuta sommando al livello tendenziale del DPEF 2007 il prelievo netto in % del PIL.

FONTE: elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati MEF, Banca d’Italia e Isae.

 

 

Infatti, diversamente dallo schema proposto dal Governo, il prelievo netto â€" cioè escludendo le risorse destinate alla riduzione del cuneo fiscale â€" in percentuale delle risorse nette si attesta in realtà oltre il 64%, a fronte del modesto 18% emergente dalle ottimistiche prospettive del Governo.

Queste considerevoli differenze discendono dal fatto che la revisione degli studi di settore, il contrasto all’elusione e all’evasione e il recupero di base imponibile, l’incremento delle aliquote contributive, il trasferimento all’Inps del TFR inoptato vanno classificate come entrate.

Di fatto, questo comporta che il prelievo complessivo derivante dalla manovra ammonti non già ai poco meno 11 miliardi di euro segnalati dal Governo, bensì ad esattamente il doppio, cioè circa 22 miliardi, che arrivano addirittura ad oltre 24 tenendo conto di quella parte dei mancati trasferimenti agli Enti locali â€" per effetto del Nuovo patto di stabilità interno â€" che si tradurrà in nuova imposizione di tributi o inasprimento delle aliquote (leggasi ICI, ad esempio) a livello di Comuni e Province.

Le conseguenze più evidenti e palesi di questa “riclassificazione� delle entrate della manovra, vanno lette in un forte incremento della pressione fiscale, che si riporta molto vicina ai livelli più elevati del trascorso quindicennio, collocandosi al di sopra del 42% del PIL.

 

La Pressione Fiscale In Italia

(in % del PIL)

 

Imposte

indirette

(1)

Imposte

dirette

(2)

Imposte in

c/capitale

(3)

Pressione tributaria

(4)=(1)+(2)+(3)

Contributi

sociali

(5)

PRESSIONE FISCALE

CONSOLIDATA

(6)=(4)+(5)

1980

8,2

9,3

0,1

17,6

13,8

31,4

1981

7,7

10,1

0,1

17,9

13,2

31,1

1982

8,5

11,4

0,5

20,4

13,7

34,1

1983

9,0

11,9

1,1

22,0

14,3

36,3

1984

9,0

12,0

0,4

21,4

13,5

34,9

1985

8,8

12,2

0,1

21,1

13,5

34,6

1986

9,0

12,3

0,1

21,4

13,6

35,0

1987

9,2

12,5

0,1

21,8

13,6

35,4

1988

10,0

12,9

0,1

23,0

13,6

36,6

1989

10,1

13,5

0,2

23,8

13,5

37,3

1990

10,3

13,8

0,1

24,2

14,1

38,3

1991

10,8

14,0

0,2

25,0

14,4

39,4

1992

11,0

14,3

1,9

27,2

14,7

41,9

1993

11,7

15,7

0,7

28,1

14,8

42,9

1994

11,5

14,6

0,1

26,2

14,6

40,8

1995

11,7

14,5

0,6

26,8

14,4

41,2

1996

11,5

15,1

0,3

26,9

14,7

41,6

1997

12,2

15,8

0,7

28,7

15,0

43,7

1998

15,0

14,3

0,4

29,7

12,6

42,3

1999

14,9

14,9

0,1

29,9

12,5

42,4

2000

14,7

14,4

0,1

29,2

12,4

41,6

2001

14,2

14,7

0,1

29,0

12,3

41,3

2002

14,2

13,9

0,2

28,3

12,5

40,8

2003

14,0

13,4

1,3

28,7

12,7

41,4

2004

14,1

13,3

0,6

28,0

12,7

40,7

2005

14,3

13,4

0,1

27,8

12,8

40,6

2006

14,3

13,9

0,4

28,6

12,8

41,4

2007

14,4

14,2

0,3

28,9

13,4

42,3(*)

(*) Il dato di pressione fiscale 2007 differisce da quello della tabella precedente per via degli arrotondamenti.

FONTE: ISTAT, Conto delle A.P. 1980-2005, e Banca d’Italia e Isae per gli anni successivi al 2005.

 

 

La manovra avrà, dunque, effetti depressivi sull’economia, stante l’incremento secco in un solo anno, cioè tra il 2006 ed il 2007, di oltre un punto percentuale di PIL della pressione fiscale.

Infatti, analizzando la previsione di crescita per il prossimo anno, così come delineata nella Relazione Previsionale e Programmatica 2007, appare evidente che, a fronte di uno sforzo volto al reperimento di oltre 19 miliardi di euro da destinare allo sviluppo, l’incremento del PIL si attesti appena all’1,3%.

È pur sempre una misura superiore alla media annua dei primi anni duemila, ma comunque meno della metà della crescita USA e lontana anche dalla media dell’eurozona, al di sopra del 2%, come pure da quella di importanti partner come Francia e Regno Unito.

Appare quanto meno paradossale, che pur in presenza di una robusta manovra di sostegno, la crescita risulti inferiore a quella dell’1,6-1,7% stimata per l’anno in corso, legata esclusivamente alla ripresa internazionale e ad un confronto statistico favorevole con il 2005, anno di incremento nullo del prodotto.

Altrettanto fiacca o, comunque, insufficiente risulta per il 2007 la dinamica della domanda interna, il cui contributo alla crescita è soltanto dell’1,1%, derivando il rimanente 0,2% dalle esportazioni nette.

I consumi della famiglie procedono ad un tasso d’incremento dell’1,2% e gli investimenti fissi lordi, quindi comprensivi degli ammortamenti per la sostituzione del capitale, si attestano su una dinamica del solo 2,3%, insufficiente a risolvere il vero e primario problema dell’economia italiana, cioè il basso livello di produttività.

Né le cose sembrano migliorare di molto nell’orizzonte previsivo di medio periodo (2008-2011), con una crescita media annua del Pil di circa l’1,6%, una dinamica di consumi e investimenti che in termini di tasso medio annuo si accresce di alcuni decimi di punto ed un contributo della domanda estera netta, cioè del saldo della bilancia commerciale, che resta pari a zero in tutto il periodo considerato.

Sul fronte poi del sostegno alle famiglie e del perseguimento dell’equità redistributiva, si sottolinea la modestia dell’efficacia dei provvedimenti previsti in Finanziaria, come rilevato anche da Bankitalia e Isae.

 

 

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