Ecoincentivi? Grazie, ma servono a poco...

Ecoincentivi? Grazie, ma servono a poco...

Per il presidente di Confcommercio, Sergio Billè, questo tipo di misure ha esaurito la sua efficacia. Per rilanciare i consumi, occorre facilitare l'acquisto dei beni durevoli tramite, ad esempio, bond familiari per le infrastrutture e misure sul credito.

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30 marzo 2003
Billè su ecoincentivi

Ecoincentivi? No, grazie…

 

Non è con la proroga degli ecoincentivi, peraltro in dubbio, che si fronteggia la caduta di una domanda di consumi “che è assai più generalizzata e che rischia di accentuarsi nei prossimi mesi anche a seguito degli avvenimenti bellici”. Nelle sue considerazioni finali al Meeting di Cernobbio, il presidente di Confcommercio Sergio Billè non ha usato mezze parole per esprimere le sue perplessità su quelle che sembrano essere le misure previste dal governo a sostegno dei consumi.   

“La voce auto – ha precisato - incide per una quota del 34,2% sui consumi di beni durevoli e del 3,7% sull’ammontare della spesa delle famiglie: circa 74 miliardi di euro tra acquisto di auto e spese di esercizio, a fronte di una spesa totale che supera i 738 miliardi di euro. Siamo di fronte, peraltro, a un tipo di acquisto che, per la sua entità, assorbe quote di risparmio considerevoli che ovviamente vengono sottratte ad altri investimenti o ad altri consumi”. Si tratta, insomma, di una di quelle “misure anticicliche che hanno esaurito la loro efficacia”.

Cosa dovrebbe fare invece il governo? Per Billè è indispensabile “allargare il raggio di azione a quegli altri settori, e parlo sempre di beni durevoli, che oggi, a causa della crisi, soffrono di una forte caduta della domanda”, con l’obiettivo di “trasformare in consumi ma anche in investimenti quel volume crescente di liquidità che oggi è detenuta dalle famiglie ma anche dalle banche e che non trova collocazione sia per il negativo andamento dei corsi azionari sia per la mancanza di condizioni favorevoli di investimento”. Un paio di soluzioni potrebbero essere – è questa la proposta di Confcommercio – l’emissione di obbligazioni ad un tasso superiore a quello di mercato che consentano di convogliare questi risparmi, ad esempio, sugli investimenti necessari per la realizzazione di grandi infrastrutture e l’adozione di misure sul credito che consentano alle famiglie di acquistare prodotti con più vantaggiose dilazioni di pagamento. “Sono misure – ha concluso Billè - che potrebbero essere varate in poco tempo e che sicuramente produrrebbero sicuri vantaggi al mercato”.

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