Erboristi: dalla cattiva informazione danni collaterali

Erboristi: dalla cattiva informazione danni collaterali

La Fei denuncia i toni scandalistici ed allarmati usati da certi giornali dopo una nota del Ministero della Salute sui prodotti naturali. "In Italia esiste l'erborista, una figura professionale qualificata".

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29 marzo 2012

"Bocciatura senza appello sui prodotti presentati come naturali a base vegetale, quali tisane e integratori" oppure "Certi prodotti non curano nulla e possono avere effetti negativi per i bambini, donne incinte o in allattamento". Sono alcuni titoli usciti sui giornali dopo una nota del Ministero della Salute che ha posto l'accento sull'attenzione che il consumatore deve avere nell'utilizzo di "prodotti naturali come tisane ed integratori alimentari da parte di gruppi più vulnerabili della popolazione come bambini, donne in gravidanza o durante l'allattamento". La Federazione Erboristi Italiani parla di "cose risapute" e solo "parzialmente condivisibili", ma sottolinea nel contempo come "comunicazioni di questo tenore sono pane per i denti di una certa informazione che non perde occasione di usare toni scandalistici ed allarmati", che "gettano discredito su tutto il settore dei prodotti naturali, allarmando il consumatore, che invece andrebbe semplicemente e correttamente informato". Nella nota ministeriale e nella comunicazione mediatica, evidenzia poi la Federazione, "manca un anello fondamentale: in Italia esiste l'erborista, una figura professionale qualificata per l'utilizzo e il consiglio delle piante officinali, che funge da mediatore tra i prodotti posti in vendita e il consumatore. L'erborista non cura con le piante, non invade altre professionalità, ma è attualmente la persona tra le più qualificate nella conoscenza delle piante officinali e dei loro effetti". "Non ci permetteremmo mai di metter in discussione l'operato del medico- aggiunge la Fei - ma non tutti i medici conoscono a fondo le piante officinali, non per loro carenza, ma semplicemente perché nel loro piano di studi non esiste questa materia". Sono le stesse associazioni di categoria, poi, a svolgere una "costante opera di monitoraggio e di segnalazione di abusi che hanno nel tempo portato a scoprire operatori poco seri o prodotti irregolari e pericolosi, per lo più provenienti da mercati extraeuropei, collaborando costantemente con le autorità preposte quali il NAS dei Carabinieri e con lo stesso Ministero della Salute in un spirito di fattiva e continuativa collaborazione".

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