Fattura elettronica, si parte
Fattura elettronica, si parte
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Un doppio binario e una doppia velocità. Dal 31 marzo di quest'anno l'obbligo di fatturazione elettronica si estenderà alle operazioni verso tutte le altre amministrazioni pubbliche, comportando una serie di obblighi a tutti quei fornitori che, anche a livello locale, si confronteranno con la Pa. Contemporaneamente però allo studio c ë anche la fatturazione elettronica tra aziende private per la quale il governo pare stia pensando a un'incentivazione. Prima, in ordine di tempo, arriva la fattura verso la pubblica amministrazione in forma di documento digitale. Con questo sistema a essere agevolate saranno soprattutto le piccole e medie imprese che lavorano con gli enti pubblici. I benefid I vantaggi per le imprese stanno nella chiarezza e nei tempi di pagamento contenuti fino a un massimo di un mese. Le Camere di commercio con Infocamere hanno già predisposto un sistema di fatturazione per le Pmi. La fattura viene inviata a un sistema di interscambio, un «postino istituzionale» collettore di tutte le fatture verso la pubblica amministrazione che le recapita dopo una serie di controlli. Obiettivo del servizio è agevolare le imprese ad adeguarsi alle nuove regole di fatturazione e favorire una rapida e completa transizione verso l'utilizzo delle tecnologie digitali. A sostegno del progetto si è mossa anche Assinform di Confindustria che ha realizzato un «Digital day» durante il quale migliaia di Pmi di 100 province hanno partecipato a incontri formativi sul tema. «A medio termine — ricorda il presidente di Assinform Agostino Santoni — la fatturazione elettronica sarà estesa anche agli enti minori della pubblica amministrazione. E' importante dare alle piccole e medie imprese gli strumenti per avvantaggiarsi di questa innovazione che consente di automatizzare e dare maggiore certezza ai processi amministrativi». Il tema della fatturazione elettronica però acquista un peso diverso se si parla di rapporti tra operatori privati.«Innanzitutto l'incentivazione deve comportare una scelta opzionale — precisa Vincenzo De Luca, direttore del settore fiscale di Confcommercio — ma deve anche essere conveniente. Invece, per ora, ci risulta che la proposta sarà quella di ridurre gli adempimenti amministrativi: l'eliminazione dello spesometro, delle lettere d'intento con l'esportatore abituale e delle comunicazioni di operazioni con i paesi della black list. Tutto sommato però incentivi troppo deboli per risultare davvero efficaci». Fine degli scontrini? Sul tappeto infatti cë una questione per niente secondaria: la trasmissione telematica dei corrispettivi che dovrebbe sostituire gli scontrini. La questione però porta con sé altre implicazioni. "II corrispettivo — ricorda De Luca — non è rappresentato solo dallo scontrino fiscale ma anche dalle ricevute. Quindi la trasmissione telematica dovrà riguardare anche gli artigiani e non solo i commercianti".
TRATTO DA CORRIERECONOMIA DI ISIDORO TROVATO