Federalberghi: "Locazioni brevi, pronto il codice identificativo contro l'abusivismo"

Federalberghi: "Locazioni brevi, pronto il codice identificativo contro l'abusivismo"

Grazie alla presentazione di un emendamento al decreto crescita entro tre mesi sarà istituito un codice identificativo che consentirà di migliorare l'offerta turistica, realizzando un mercato più trasparent, a tutela dei consumatori, dei lavoratori, delle imprese, delle comunità locali e dell'erario. Federalberghi, WWF Italia e Fondazione Recchi tracciano il percorso per lo stop alla plastica monouso.

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11 giugno 2019

La lotta all'abusivismo nel settore turismo giunge ad un punto di svolta. Grazie alla presentazione di un emendamento al decreto crescita, entro tre mesi sarà istituito un codice identificativo, che consentirà di migliorare l'offerta turistica, realizzando un mercato più trasparente, a tutela dei consumatori, dei lavoratori, delle imprese, delle comunità locali e dell'erario. L'emendamento prevede che tutte le strutture ricettive, inclusi gli immobili destinati alle locazioni brevi, vengano iscritte in una banca dati istituita presso l'Agenzia delle Entrate. Ad ogni struttura sarà assegnato un codice identificativo, che dovrà essere pubblicato obbligatoriamente in tutte le forme di comunicazione rivolte al pubblico. "Apprezziamo questa proposta - ha detto il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca - e ringraziamo il ministro Centinaio per l'importante segnale di attenzione verso il settore, che ci era stato preannunciato nel settembre scorso, in occasione della sua partecipazione alla riunione del nostro Consiglio Direttivo, e poi confermato durante l'Assemblea di Federalberghi che si è tenuta a Capri ad inizio maggio". "Strumenti analoghi sono stati introdotti con buoni risultati in tutto il mondo - ha proseguito Bocca, ricordando i casi di Parigi, Barcellona, Buenos Aires, Toronto, Germania, Grecia, Svezia e Croazia – e confidiamo che anche in Italia contribuiscano alla bonifica del mercato, in favore di tutte le strutture, di tutti i generi, che operano nel rispetto delle regole, per una concorrenza sana, trasparente e leale". "Questa proposta - ha concluso Bocca - costituisce il primo passo di un percorso strategico, che deve proseguire introducendo un set minimo di norme di tutela del turista, in materia di igiene, sicurezza, prevenzione incendi, etc. che Federalberghi ha chiesto di adottare in occasione della recente audizione parlamentare sul disegno di legge delega sul turismo".

 

Federalberghi, WWF Italia e Fondazione Recchi tracciano il percorso per lo stop alla plastica monouso

L'Italia del turismo e della ricettività lancia un messaggio: gli alberghi italiani dicono no alla plastica monouso e a quella non necessaria, avviando la modifica delle politiche di gestione della plastica per adottare un approccio più sostenibile che si prenda cura del futuro del Pianeta. A portare a questo importante percorso con una prima firma di intenti, che apre una collaborazione tra l'associazione che riunisce l'hotellerie italiana e il WWF Italia, è la Fondazione Recchi, dell'esploratore e fotografo Alberto Luca Recchi, che ha dato vita a questo ambizioso progetto nel 2018, conquistando subito l'entusiasta adesione di alcuni noti alberghi di Roma - Grand Hotel de La Minerve, Hotel Hassler, Hotel De Russie, Hotel Lord Byron, Cavalieri Waldorf Astoria e i gruppi Prim spa e Roscioli. La firma dell'avvio di questo percorso virtuoso, siglato giovedì 6 giugno a Roma, da Donatella Bianchi, presidente di WWF Italia, e Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma e vicepresidente vicario di Federalberghi Nazionale, segna l'inizio di un processo che dovrà condurre all'eliminazione della plastica monouso e di quella non necessaria, per ridurre i consumi delle strutture ricettive e anticipare, di fatto, la Direttiva  europea del marzo di quest'anno, che stabilisce alcuni importanti  divieti a partire dal 2021, e guida così il cambiamento in Italia con l'obiettivo di salvaguardare la natura e i nostri mari.

"Vado sott'acqua da 40 anni e qualche anno fa, per la prima volta nella mia vita, ho sospeso un'immersione non perché avevo finito l'aria, ma perché avevo la maschera piena di lacrime e non vedevo più. Ero in Indonesia tra scogliere incantevoli trasformate in una zuppa di plastica e rifiuti. Mi aggiravo tra pesci che facevano lo slalom tra piatti, bicchieri e flaconcini e mi è venuto da piangere. Quel giorno – ha raccontato Recchi durante l'incontro – mi sono detto che dovevo smettere di fare le foto, non aveva più senso. E non aveva nemmeno senso sdegnarsi. Era necessario passare all'azione. Quando hai qualcuno che ti è caro ed è malato, non stai lì a fotografarlo, cerchi di farlo stare meglio, di guarirlo. Così è nato tutto". 

La plastica che si vede in superficie è solo una frazione di quella presente nelle acque marine. Oggi nelle reti dei pescatori finiscono sempre maggiori quantità di plastica: nel 2050 nei mari del mondo rischia di esserci tanta plastica quanto pesce. Il problema della plastica non riguarda il materiale in sé ma gli effetti della sua inadeguata gestione nel fine vita che causa l'assenza di un'economia circolare. Ancora più rilevante nei suoi dannosi effetti è l'usa e getta, di cui i turisti ad oggi sono grandi utilizzatori. In Italia gli alberghi sono circa 33.000, e una sola struttura di alto livello, come il Grand Hotel de La Minerve di Roma, consuma ogni anno circa 200mila flaconcini di shampoo, balsamo e creme. È facilmente intuibile quindi come il settore degli alberghi sia strategico nell'evoluzione delle politiche e pratiche plastic free.  "Quando mi sono avvicinato a questo tema – spiega Recchi - ho presto scoperto che dire plastica è generico, è come dire pesci: ci sono i merluzzi e ci sono gli squali. Così nella famiglia della plastica ci sono celluloide, PVC, cellophane, nylon, PET, formica, polistirolo oltre al nuovo mondo delle bio plastiche. È un mondo complesso, che per tanti anni ci ha permesso di vivere meglio, conservando i cibi più a lungo e quindi con meno sprechi e con più igiene. Oggi però i nodi della sua gestione sono venuti al pettine".  Per affrontare una sfida di tale complessità era necessario affidarsi ad un partner solido, internazionale, scientificamente affidabile e credibile come il WWF, che da anni porta avanti una campagna internazionale contro l'inquinamento da plastica in natura. La condivisione di intenti e obiettivi con Giuseppe Roscioli e Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi nazionale, ha dato slancio a una collaborazione con l'obiettivo di eliminare la plastica monouso in tutte le strutture d'Italia. L'evento, realizzato a corredo della firma dell'accordo di collaborazione, è stato un'occasione di incontro tra i vertici nazionali di Federalberghi e WWF e le strutture che avevano già condiviso l'iniziativa "Bye Bye Plastic" e importanti aziende di packaging. Un primo step per individuare le concrete possibilità di sinergia e collaborazione tra tutti i partecipanti. 

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