Federdistribuzione: "incentivi ok ma non solo all'automobile"

Federdistribuzione: "incentivi ok ma non solo all'automobile"

Il presidente Barberini: "il settore della Distribuzione Moderna Organizzata ritiene di poter garantire ritorni al sistema Paese quantomeno analoghi a quelli offerti dal settore manifatturiero".

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1 ottobre 2009
Federdistribuzione: incentivi non solo all’automobile

Federdistribuzione: incentivi non solo all’automobile

 

Secondo il presidente di Federdistribuzione, Paolo Barberini, “la soluzione alla crisi economica è rappresentata dalla diminuzione del costo del lavoro e delle tasse per tutti e lasciare libero il campo alla sfida competitiva tra le aziende”. “Se però si giudica valido lo strumento degli incentivi – ha aggiunto Barberini - allora il settore della Distribuzione Moderna Organizzata ritiene di poter garantire ritorni al sistema Paese quantomeno analoghi a quelli offerti dal settore manifatturiero, settore che in ogni caso non può essere rappresentato solo dall’auto quando, per fare un esempio, esiste una produzione italiana di eccellenza qualitativa e quantitativa di grandi elettrodomestici o di prodotti tessili”. Infatti, Barberini ha sottolineato che “l’industria automobilistica nazionale, per quanto volano importante dell’economia del Paese, purtroppo non ha che il 33% di quota di mercato contro, ad esempio, il 52% rappresentato dalla produzione italiana dei grandi elettrodomestici, con due milioni di pezzi importati e 17 milioni esportati (Fonte Aires, Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati, associata Federdistribuzione N.d.R.)”. “Il ruolo della domanda e il rilancio dei consumi – ha proseguito il presidente di Federdistribuzione - sono elementi fondamentali per il rilancio del Paese e le aziende della Distribuzione Moderna possono contribuire a farli crescere. L’ammodernamento dei punti vendita vale un miliardo di euro all’anno, una cifra importante che l’attuale momento economico ha fatto rallentare sensibilmente. L’incentivazione delle ristrutturazioni e ammodernamenti ha diversi ritorni, da una parte garantirebbe la forte crescita dei lavori per le PMI e le imprese artigiane presenti sui territori, a cui sono commissionati la gran parte dei lavori di questi lavori, dall’altra consentirebbe di migliorare gli spazi di incontro e vendita con un impatto sensibile sui consumi”. “Negli spazi della DMO ci sono i prodotti delle grandi aziende internazionali come quelli della piccola produzione locale: l’impatto positivo è quindi su una filiera lunga, articolata e diffusa sul territorio. Se poi si intervenisse sull’incentivazione dei nuovi punti vendita, l’effetto sarebbe su un mercato oggi estremamente rallentato che però garantiva oltre 2 miliardi di euro di investimento all’anno e 20.000 nuovi occupati”. “La Distribuzione Moderna Organizzata è presente in tutto il Paese – ha concluso Barberini - e alimenta una filiera di produzione, alimentare e non, che crea sviluppo, occupazione, crescita e ammodernamento del Paese. Nel settore dei supermercati, ipermercati, discount, grandi magazzini, grandi superfici specializzate, reti di negozi, la concorrenza è all'ordine del giorno così come la ricerca costante dell'efficienza. Queste due leve sono quelle che consentono la competitività degli esercizi e che assicurano per consumatori la più ampia scelta di prodotti di qualità ai prezzi migliori”.

 

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