Federmobili e Angaisa: "vitale estendere il bonus al 2015"

Federmobili e Angaisa: "vitale estendere il bonus al 2015"

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9 ottobre 2014


Con l'introduzione del Bonus Mobili nel 2013 le istituzioni italiane hanno raccolto l'invito delle imprese a sostenere i consumi interni per riattivare il sistema economico. Tale misura, che prevede la possibilità di detrarre il 50% dell'acquisto di arredo per una spesa massima di 10.000 euro a fronte di un intervento di ristrutturazione, ha dimostrato di essere una misura fiscale in grado di favorire la lotta alla disoccupazione, di sostenere un settore cruciale del Made in Italy, garantendo allo Stato un consistente e immediato gettito IVA. Secondo le stime elaborate dal Centro Studi di FederlegnoArredo, infatti, entro la fine del 2014 saranno almeno 10.000 gli addetti della filiera Legno Arredo che avranno conservato il proprio posto di lavoro grazie al Bonus Mobili. Al tempo stesso, le vendite generate dall'incentivo porteranno ad una spesa complessiva di 1.900 milioni di euro, generando un gettito di Iva aggiuntivo di 360 milioni di euro. Già lo scorso dicembre, in occasione della conferenza stampa di fine anno, FederlegnoArredo aveva messo in evidenza gli effetti positivi di tale provvedimento, richiesto dalla Federazione e da tutti i più importanti attori della filiera: i sindacati di categoria FENEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL – e le rappresentanze della distribuzioneFedermobili e ANGAISA. Oggi, grazie ai dati relativi alle dichiarazioni dei redditi 730 dei CAF CISL, CGIL, UIL e il CAF 50&PIÙ, con cui le federazioni hanno sottoscritto un accordo a dicembre 2013, le previsioni avanzate trovano piena conferma. "I risultati del Bonus Mobili sono sotto gli occhi di tutti e se queste misure non dovessero essere prorogate per il 2015 sarebbe sicuramente un'occasione persa. Oltre che benefici diretti sul nostro settore – afferma Mauro Mamoli,  presidente di Federmobili, la Federazione dei Negozi di Mobili e Arredamento aderente a Confcommercio Imprese per l'Italia –  tale proroga avrebbe ripercussioni benefiche sull'indotto che l'Industria ed il Commercio del mobile e dell'elettrodomestico attivano con le loro transazioni. Pensiamo ad esempio che il trasporto di questi prodotti avviene quasi esclusivamente su ruote e dunque ciò che viene venduto e consegnato  concorre a mantenere "viva" una parte dell'attività degli autotrasportatori. Questi ultimi, come è noto, consumano carburante e viaggiano spesso in autostrada e ciò si traduce, ancora una volta, in incassi "immediati" di accise ed aliquote iva per le casse dello Stato». "A fronte di uno scenario congiunturale ancora recessivo – osserva Mauro Odorisio, presidente di ANGAISA, l'Associazione nazionale dei distributori idrotermosanitari, aderente a Confcommercio-Imprese per l'Italia – è fondamentale dare continuità al Bonus Mobili. Oltre alla volontà politica, devono essere individuate le coperture necessarie per prorogare il pacchetto completo della detrazione fiscale 50%. Possibilmente senza modificarne le modalità applicative, per evitare di disorientare i consumatori e limitare l'efficacia delle agevolazioni". "Prorogare una misura come il Bonus Mobili vorrebbe dire poter continuare a vendere arredamento con un incasso "immediato", da parte dello Stato, dell'aliquota iva su acquisti che altrimenti, molto probabilmente, non verrebbero effettuati", conclude il presidente Mamoli.

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