Fiducia a picco per commercio e servizi

Fiducia a picco per commercio e servizi

A dicembre l'indice di fiducia per il commercio, si porta da 96,9 a 88,8. Raggiunto il minimo dall'ottobre del 2001. Nel settore dei servizi il clima di fiducia scende a -26 da -23 dello scorso mese. Deciso peggioramento dei giudizi sugli ordini.

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30 dicembre 2009
Fiducia a picco per commercio e servizi

Fiducia a picco per commercio e servizi

 

L’inchiesta mensile dell’Isae, indica che a dicembre l’indice di fiducia per il commercio, considerato al netto della componente stagionale, continua a scendere portandosi da 96,9 a 88,8, raggiungendo il minimo dall'ottobre del 2001. Nel settore dei servizi, sempre a dicembre, il clima di fiducia scende a -26, da -23 dello scorso mese, a causa del marcato peggioramento dei giudizi sugli ordini. Recuperano, mantenendosi negativi, i saldi relativi alle previsioni su ordini e tendenza dell'economia italiana.

Le imprese del commercio rafforzano le valutazioni negative circa l'andamento corrente e futuro delle vendite, ma giudicano in ridimensionamento il livello delle  giacenze. Secondo l’Isae, tra le variabili che non entrano nella definizione di fiducia, tornano ad essere sfavorevoli le attese sul mercato del  lavoro e peggiorano fortemente quelle relative al volume futuro degli ordini. Relativamente alla dinamica inflazionistica, continua ad  essere percepita in decelerazione sia quella corrente sia quella  futura. Guardando alle due tipologie di vendita, la fiducia, pur  peggiorando in entrambe i circuiti distributivi, cala soprattutto  nella grande distribuzione. L'indicatore destagionalizzato peggiora,  infatti, da 95,8 a 93 nella distribuzione tradizionale, ma da 97,1 a  87,2 in quella “moderna”, attestandosi, in quest’ultimo caso, sui  minimi dal giugno 2002. Secondo quanto emerso dai risultati generali dell’inchiesta condotta dall'Isae dal primo al diciannove del mese su  un panel di 1.000 imprese della piccola e grande distribuzione, a  dicembre la fiducia dei commercianti italiani evidenzia un ulteriore,  forte deterioramento, spostando l'indicatore destagionalizzato da 96,9 a 88,8 sui minimi dall'ottobre 2001. Segnali decisamente negativi  provengono dai giudizi sull'andamento corrente degli affari e  fortemente sfavorevoli si confermano anche le aspettative  sull'evoluzione futura delle vendite; tornano a ridimensionarsi, al  contrario, le giacenze di magazzino. Il peggioramento della fiducia, ancora diffuso ad entrambe i  circuiti distributivi, risulta questo mese particolarmente accentuato  nella grande distribuzione. L'indicatore destagionalizzato, si porta  infatti da 95,8 a 93 nella distribuzione tradizionale, ma da 97,1 a  87,2, valore più basso dal giugno 2002, in quella moderna. Riguardo le previsioni per i mesi successivi, secondo l'indagine Isae, a novembre, indicazioni sfavorevoli  provengono anche dalle aspettative formulate dagli intervistati su  tutte le variabili oggetto di indagine. Segnali scoraggianti  provengono infatti sia dalle attese sul volume futuro delle vendite e  degli ordini, sia dal lato dell'occupazione. I saldi destagionalizzati delle variabili passano rispettivamente: da 12 a 1 (sui minimi dal  marzo '05) il primo, da -7 a -19 (sui minimi dal settembre '02) il  secondo e da 11 a -3 (sui minimi dal novembre '04) il terzo. Quanto  alle valutazioni sull'evoluzione dei prezzi di vendita, i commercianti nel complesso confermano le aspettative di un rallentamento delle  tensioni inflazionistiche future ed il saldo destagionalizzato della  variabile si riduce ulterirmente, passando da 19 a 12.

Nel settore dei servizi, sempre a dicembre, il clima di fiducia scende a -26, da -23 dello scorso mese, a causa del marcato peggioramento dei giudizi sugli ordini. Lievi differenze nell'andamento dell'indicatore emergono, tuttavia, a livello settoriale e  territoriale: l'indice sale a -25 (da -27) nei servizi alle famiglie e a -49 (da -52) in quelli finanziari; la fiducia peggiora, per contro,  nei servizi alle imprese (a -26, da -19). Nel dettaglio territoriale la fiducia recupera nel Nord Est (a  -23, da -24) e al Sud (a -71, da -85) e scende, per contro, a -27 (da  -23) nel Nord Ovest e a -8 (da -2) al Centro. Segnali di diffuso  pessimismo provengono anche da giudizi e attese sull'occupazione.

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