Fipe: Sì al nuovo codice della strada, ma con qualche riserva. E alcune proposte.

Fipe: Sì al nuovo codice della strada, ma con qualche riserva. E alcune proposte.

La Federazione dei pubblici esercizi, dice il presidente Stoppani, intende comunque arrivare all'obbligatorietà di sensori all'interno delle automobili in grado di bloccare l'accensione del motore se il conducente è in uno stato psicofisico alterato.

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15 luglio 2010
Sì alla riforma del codice della strada approvata alla Camera, ma con qualche riserva e alcune proposte

Sì alla riforma del codice della strada approvata alla Camera, ma con qualche riserva e alcune proposte. È il giudizio di Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe e vicepresidente Confcommercio, alla riforma del codice della strada nella parte riguardante i divieti sull’alcol. Il divieto adesso è esteso oltre che agli esercenti anche agli ambulanti, chioschi all’aperto e circoli privati. Positive sono anche l’introduzione di provvedimenti ad hoc per neopatentati e conducenti professionisti.

Secondo la federazione dei pubblici esercizi, rispetto alla precedente riforma del codice della strada il provvedimento contiene maggiori limiti sia per i cittadini, sia per gli imprenditori. È quindi da apprezzare che sia stato aumentato il numero dei soggetti che gestiscono l’alcol sui quali si abbatteranno le restrizioni, così come appare accettabile la logica con cui queste sono state articolate.

“L’alcol e il modo in cui questo viene consumato – precisa Stoppani – è da considerarsi un fenomeno sociale e una federazione di categoria anche nel difendere gli interessi dei propri associati deve sempre tenere presente il livello di responsabilità sociale, soprattutto quando le devianze riguardano la sfera giovanile”.

In base al nuovo testo, le discoteche e altri locali dove si fa spettacolo e intrattenimento potranno cessare di servire e vendere alcol alle tre, anziché alle due. Gli esercenti sono obbligati a dotarsi di tabelle e precursori chimici o elettronici solo se chiudono dopo le 24. Un sacrificio meno pesante rispetto all’ipotesi iniziale di obbligare i ristoranti, a prescindere dall’orario di chiusura dell’attività, a dotarsi di etilometri (costo intorno ai 400 euro) e a esporre le tabelle.

Comunque, al di là delle specifiche del provvedimento, è lecito dubitare di una sua efficacia. L’esperienza insegna che i divieti da soli servono a poco e che anzi possono produrre per paradosso l’effetto contrario a quello auspicato. “Forse – fa notare Stoppani – sarebbe meglio, anzichè vietare l’alcol, insistere sul concetto che non bisogna abusarne perché fa male”.

La Fipe intende lavorare a livello europeo per la stesura di una direttiva che preveda l’obbligatorietà di sensori all’interno delle automobili in grado di bloccare l’accensione del motore se il conducente è in uno stato psicofisico alterato.

 

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