Fisco in Europa: l'Iva? Adesso si paga a casa propria

Fisco in Europa: l'Iva? Adesso si paga a casa propria

Le prestazioni di servizi saranno tassate nel Paese del committente. Di questo e altro si è parlato in un seminario a Roma sulla nuova normativa in materia di Iva all'interno dell'UE, con particolare attenzione agli adempimenti telematici.

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21 aprile 2010
Mettiamo un traduttore che si rechi in Germania per un lavoro di traduzione simultanea ad un convegno d'affari

Mettiamo un traduttore che si rechi in Germania per un lavoro di traduzione simultanea ad un convegno d'affari. Finora avrebbe dovuto versare l'Iva lì, in Germania, per poi chiedere il rimborso. Con le difficoltà che si possono immaginare per distanza e difformità normativa (e nell’esempio parliamo di Germania. Pensate a cosa potrebbe accadere al nostro traduttore alle prese con paesi comunitari ancora più lontani per usi, costumi adempimenti burocratici…).

Beh, da oggi non sarà più così. “Le prestazioni di servizi all’interno dell’Unione Europea tra operatori economici – ha dichiarato Mario Spera, dirigente Fiscalità generale e contenzioso dell'Agenzia delle Entrate - verranno tutte tassate, tranne poche eccezioni, nel paese del committente. Il che vuol dire svolgere tutti gli adempimenti a casa propria, senza ricevere l’addebito Iva da un altro paese europeo e dovere poi chiedere successivamente il rimborso”.

Spera ha parlato a un seminario tenutosi presso la sede della Confcommercio nazionale a Roma, durante il quale si è discusso della nuova normativa in materia di Iva per lo scambio di servizi all’interno dell’Unione Europea, con particolare attenzione agli adempimenti telematici. Materia complessa, in parte già affrontata lo scorso 22 febbraio in un documento congiunto Direzione delle dogane-Agenzia delle entrate, sull’utilizzo dei modelli per gli elenchi Intrastat sull’Iva comunitaria con il sistema informatico delle Entrate, che va ad affiancare il servizio telematico doganale.

Ora, finalmente tutto è pronto per andare a regime e da maggio prossimo sarà possibile inviare gli elenchi Intrastat anche attraverso il canale telematico Entratel dell’Agenzia delle Entrate.

Tuttavia, restano molti i dubbi di imprese e professionisti sulle modalità di compilazione dei nuovi modelli. Per questo, Agenzia delle Entrate e Ufficio delle dogane prevedono di pubblicare alcune circolari che forniscano ulteriori chiarimenti sull’utilizzo dei canali telematici.

“La riforma, come qualunque modifica normativa di una certa complessità – ha detto nel suo intervento al seminario Antonio Vento, responsabile fiscalità d'impresa di Confcommercio – porta con sè anche degli aspetti critici, che saranno evidenti in particolare al momento della piena operatività delle nuove disposizioni. Ma non c’è dubbio che le nuove regole in tema di Iva agevoleranno gli scambi commerciali tra le imprese dei diversi Paesi UE, facilitando l'adempimento degli obblighi fiscali per le prestazioni di servizi intracomunitari”.

Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta partendo dal principio ispiratore. A dettare la nuova disciplina Iva a livello comunitario è stato il bisogno di facilitare l’adempimento degli obblighi fiscali per le prestazioni di servizi intracomunitari, al fine di agevolare gli scambi commerciali tra le imprese dei diversi paesi dell’UE. Il vantaggio introdotto dalle nuove regole è che gli operatori non dovranno più avere a che fare con ogni stato membro in cui intrattengono rapporti commerciali, ma per quanto riguarda l’aspetto fiscale potranno rimanere, in un certo senso,  a casa propria. Potranno cioè svolgere la propria attività utilizzando la lingua natale e soprattutto avendo come punto di riferimento l’amministrazione finanziaria del proprio paese. 

La direttiva europea dell’agosto 2008 ha modificato i principi mediante i quali determinare la territorialità delle prestazioni di servizi. Come regola generale, dal 1° gennaio 2010, le prestazioni rese tra soggetti passivi, ovvero operatori economici con partita Iva, saranno tassate nel paese del committente. Al contrario, per le prestazioni rese a privati consumatori si conferma, come regola generale, quella della tassazione nel Paese del prestatore. Numerose le deroghe ai nuovi criteri di tassazione, come le prestazioni di servizi relative a beni immobili o quelle di ristorazione e di catering.

L'attenzione dovrà, dunque, focalizzarsi sulla figura del committente. Si tratta di comprendere se potrà essere qualificato quale privato consumatore o soggetto passivo Iva e, in questo caso, se il bene o servizio sia utilizzato o meno nell'esercizio dell'attività d'impresa. In ogni caso, la Comunità europea sta mettendo a punto un regolamento a cui conformarsi per evitare errori nella qualificazione.

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