Fisco: riforma nella direzione giusta, ma va accelerata

Fisco: riforma nella direzione giusta, ma va accelerata

Nell'audizione alla Camera sul ddl delega di riforma del sistema fiscale, il Presidente di Confcommercio Sergio Billè ha ribadito l'auspicio che "almeno parte di essa possa essere realizzata in tempi brevissimi" per far "respirare" il mercato.

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5 febbraio 2002

Fisco: per Confcommercio la riforma è giusta ma va accelerata

 

La riforma fiscale presentata dal governo va nella “direzione giusta e da noi da tempo invocata”, ma “non si può ragionare in astratto e limitarsi a creare delle aspettative che poi non si sa quando e come potranno essere davvero soddisfatte”.  E’ questo il giudizio espresso dal Presidente di Confcommercio Sergio Billè nel corso dell’audizione alla commissione Finanze della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul disegno di legge delega di riforma del sistema fiscale.

Nel documento presentato da Confcommercio in commissione si sottolinea tuttavia che

“non è ancora chiaro quando e come tutto ciò potrà essere realizzato rispettando quei  vincoli di bilancio che il trattato di Maastricht ci impone con molto, forse eccessivo, rigore”. A tale proposito, il Presidente Billè ha sottolineato che “appare opportuno che i necessari tempi tecnici non ritardino eccessivamente l’attuazione della riforma, soprattutto in funzione delle aspettative create dall’annuncio delle nuove norme”.

Quanto all’Irap e alla sua soppressione “le imprese - ha detto - sono ovviamente favorevoli anche riguardo agli effetti di semplificazione e razionalizzazione del sistema che ne deriverebbero”. E’ essenziale, tuttavia, che la graduale eliminazione dell’Irap, a partire dall’esclusione dalla base imponible del costo del lavoro, “non sia compensata di fatto da un aumento del prelievo locale. Il prioritario depotenziamento dell’Irap è in linea con quanto richiesto da sempre da Confcommercio ed è opportuna la sua immediata realizzazione”.

Nel corso dell’audizione, Billè è tornato a sollecitare l’urgenza della riforma fiscale, auspicando che “almeno parte di essa possa essere realizzata in tempi brevissimi e non rinviata al 2003 o forse anche oltre. Una riduzione già di un punto, un punto e mezzo dell’Irpef da un lato e l’attenuazione di almeno un 20% dell’incidenza del costo del lavoro sull’Irap dall’altro, realizzerebbe almeno tre obiettivi: servirebbero da tonico ai consumi oggi in curva discendente, aumenterebbero il gettito delle imposte, darebbero una sferzata di fiducia alle famiglie, ma anche a quelle centinaia di migliaia di imprese che avendo ormai eroso il capitale rischiano di perdere competitività e fette di mercato”.

A conti fatti, secondo il Presidente di Confcommercio, “basterebbe una manovra da 9-10.000 miliardi, 5.000 per un punto e mezzo di Irpef, poco più di 4.000 per l’Irap, ma il mercato aprirebbe finalmente le finestre e respirerebbe un po’ d'aria fresca”.

 

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